"Non ci sono candidature salvifiche, c'è da lavorare" - Live Sicilia

“Non ci sono candidature salvifiche, c’è da lavorare”

Il leader di Cantiere Popolare-Noi con l'Italia, Saverio Romano, a tutto campo

PALERMO – Crisi del centrodestra e polemiche: Saverio Romano, leader di “Cantiere Popolare-Noi con l’Italia” pone la questione del metodo. L’ex ministro invita gli alleati a mettere da parte la discussione sulle candidature alla presidenza e ad occuparsi dei problemi concreti dell’isola. “Il saldo si farà alla fine”, dice. Insomma, senza risultati difficilmente la coalizione, avvitata sul toto-nomi, potrà essere percepita credibile. Romano torna a invocare il coinvolgimento dei partiti nella gestione della macchina regionale e pizzica Gianfranco Miccichè. Romano assicura che lo spazio al centro in Sicilia esiste a prescindere dallo stand by dell’operazione della balenabianca2.0. E senza ambiguità boccia Cateno De Luca. 

Fine settimana movimentato per il centrodestra siciliano. Partiamo dalle dichiarazioni di Salvini. Richieste lecite?

A dire la verità è movimentato il centrodestra nazionale dopo l’intervista di Giorgetti su “La Stampa”. Partirei da qui.

Dalla crisi della Lega?

No. Purtroppo nella dinamica politica una coalizione è tale se si confronta e ha degli obiettivi comuni da raggiungere altrimenti è un’altra cosa. Quello che accade nel Paese potrebbe avere ripercussioni su ciò che potrebbe accadere in Sicilia. Mi spiego meglio. 

Prego.

Nel Paese c’è una sorta di commissariamento della politica per la difficoltà ad avere una maggioranza e affrontare le questioni importanti come quelle della pandemia con un governo di quasi unità nazionale (perché c’è un partito che non ne fa parte). Questa esperienza non si concluderà, secondo me, con la fine del governo Draghi ma potrebbe portare ad una destrutturazione del sistema politico per come lo conosciamo.

Ci sta dicendo che il centrodestra così come lo conosciamo oggi potrebbe non esistere più?

Sì e così come il centrosinistra. Occorre che la vicenda del maggioritario non si può riproporre sic et simpliciter agli elettori anche perché l’evoluzione del quadro politico potrebbe portare inevitabilmente a un ripensamento. Ci sono da vedere i risultati delle elezioni amministrative che riguardano importanti città italiane e c’è ancora da eleggere un presidente della Repubblica che potrebbe avere maggioranze inedite. 

Torniamo alla Sicilia. Torniamo alle dichiarazioni di Salvini e Musumeci

Tutto questo in Sicilia potrebbe avere anche un suo impatto. Fatta questa premessa, se il centrodestra siciliano, al quale il mio partito aderisce, utilizzasse questo tempo anziché per indicare come salvifica una o l’altra pretesa di candidatura ma per confrontarsi sulle cose da fare (e le facesse) avrebbe la possibilità, in un sistema maggioritario come quello siciliano, di ripresentarsi agli elettori con qualche freccia in più nella propria faretra. 

Sta dribblando il commento sulla ricandidatura di Musumeci?

No, l’ho commentata dicendo che ancora c’è un anno e ci sono tante cose da fare.  Il saldo si farà alla fine e più sarà positivo più darà la possibilità a questa coalizione di indicare una candidatura e farsela votare. 

Miccichè chiede quello che lei aveva rivendicato diversi mesi addietro:  il maggiore coinvolgimento dei partiti. Che effetto le fa?

Dice una cosa che ho già detto tanto tempo fa perché le critiche mosse a Musumeci non sono personali ma vanno nella direzione di un modello di gestione che io non condivido. Ciò detto, per la stessa ragione Miccichè non può essere contraddittorio: invocare il confronto con la coalizione e poi avanzare la pretesa di Forza Italia per il sindaco di Palermo. Perché se  bisogna scegliere il candidato migliore per realizzare un programma questo va fatto di intesa con i partiti e non per la maglietta che in quel momento quel soggetto riveste. Dico così perché la transumanza ha toccato livelli di vergogna inaudita in Sicilia. 

Parliamo dell’ormai tramontato patto del pacchero. Il progetto si è arenato ma secondo lei c’è uno spazio al centro?

Sin da subito nelle nostre interlocuzioni ho fatto presente che quello deve essere un patto politico che deve riguardare soprattutto elettori e militanti e non gli interessi di vertice di alcuni partiti. Altrimenti finiamo prigionieri di dinamiche che non hanno un precipuo interesse nella vicenda siciliana e che spostano le loro classi dirigenti a seconda della loro necessità. Io penso che in Sicilia ci sia uno spazio enorme per i moderati e i centristi. Questo percorso non va abbandonato, magari ricercando coloro i quali si sono al momento sfilati. 

Cateno De Luca potrebbe essere un candidato credibile alla presidenza della Regione?

Cateno De Luca ha certamente delle qualità, che io non gli riconosco. Temo abbia una considerazione di sé relativa a un modello politico del quale dobbiamo fare a meno. La politica è una cosa molto seria e non può essere uno show permanente. 

Non potrebbe essere insomma per lei il candidato del centrodestra? 

Notoriamente non apprezzo De Luca.


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