TRAPANI – “Venuti farebbe bene a riprendersi dalla sconfitta delle scorse elezioni regionali e cominciare a ragionare per costruire un partito unitario. La segreteria provinciale del Pd non è la dependance di casa sua e non può trattarla come tale”.
Lo dice il deputato regionale dem Dario Safina rispondendo al segretario provinciale e alla presidente dell’assemblea del Pd Domenico Venuti e Valentina Villabuona sulla polemica relativa all’iniziativa del 27 aprile.
Safina: “Venuti invitato all’incontro di sabato”
“All’incontro che abbiamo organizzato per sabato è stato invitato – aggiunge -, forse voleva riconosciuto il nome sul manifesto per partecipare? Quando è ben visibile a tutti che su quei manifesti non c’è il nome di alcuno, men che meno il mio. E’ stato pensato come un incontro-dibattito dove ognuno avrà la possibilità di dire la sua, con lo stesso peso e sullo stesso piano”.
E in aggiunta: “Peccato che Venuti e Villabuona non abbiano accettato di partecipare – prosegue il parlamentare -, avrebbero potuto esporre in maniera esplicita il loro pensiero. Invece hanno preferito lanciare il sasso e nascondere la mano, come sono abituati a fare, e affidare le loro chiacchiere ad un comunicato stampa, senza confronto diretto. E non serve diffidarmi sull’utilizzo del simbolo del Pd: posso usarlo come e quando mi pare. Non appartiene né a Venuti, né a Villabuona ma alla comunità democratica di cui io faccio fieramente parte”.
E ancora sul modo di fare politica nel territorio, incalza Safina: “La mia storia dimostra che non ho mai pensato a costruire un partito a mia immagine e somiglianza ma a costruire un Partito con la P maiuscola. Cosa che in questi anni non si è riuscito a fare e non certo per colpa mia o per le persone politicamente a me vicine. Abbiamo lavorato al congresso di Trapani, per esempio, per costruire un percorso unitario, percorso dal quale loro si sono tirati fuori”.
Il deputato trapanese poi prosegue: “Abbiamo lavorato in ogni dove in maniera inclusiva e unitaria e abbiamo discusso sempre nel merito delle questioni mentre per loro è tutta una questione di posizionamento interno. Cari Venuti e Villabuona, non c’è il partito dell’onorevole Safina ma ci deve essere il Partito democratico con tutte le sue sensibilità”.
“Partito usato contro di me come una clava”
“In questo ultimo anno e mezzo invece, – prosegue Safina – Venuti a Villabuona hanno organizzato il partito come una clava contro un gruppo di iscritti militanti che hanno legittimamente sostenuto il nostro modo di fare politica. Ricordo che hanno sostanzialmente provato a farci perdere a Trapani delegittimando, in più occasioni, il lavoro di quanti si sono avvicinati a noi. Nessun trasformismo da parte nostra, ma piuttosto da parte di chi ha provato a far vincere a Trapani la destra sedendosi ai tavoli con altre forze politiche pur di farci perdere”.
“Ora è difficile stare insieme”
“Mi dispiace constatare come, ancora una volta, – continua Safina – abbiano scambiato e anticipato le fasi congressuali quando le scelte per i congressi non sono ancora state fatte. Chiaro è che con questa presa di posizione sarà difficile stare insieme. Io continuo a sostenere che il partito si costruisce con tutti, a prescindere dalle posizioni personali”.
E sulla sede del partito provinciale di Trapani, Safina aggiunge: “Ho detto che non posso sostenere un partito che è ridotto al lumicino per esclusiva responsabilità di Venuti e Villabuona. Rammento a tutti che il Pd è il primo partito perché abbiamo preso il 22% a Trapani e il 22% ad Erice, comuni cioè nei quali sono maggiormente radicato, oltre al lusinghiero risultato su Valderice”.
“Venuti – conclude Safina – è stato invitato all’incontro di sabato prossimo, avrebbe dovuto accettare l’invito, dovrebbe sostenere qualsiasi iniziativa volta a potenziare il partito. Invece questo segretario ha paura che il Pd si possa rafforzare intorno a idee diverse dalle sue. Penso che alla fine, gli toccherà farsene una ragione”.