Le società partecipate del comune di Palermo sembrano non trovare pace e, una alla volta, come tessere del domino, cominciano a cadere rendendo ancor più instabile e incerto il futuro dei lavoratori. Dopo Gesip e Amat, stavolta tocca di nuovo all’Amia: i commissari hanno spedito due decreti ingiuntivi a Palazzo delle Aquile per avere subito dieci milioni di euro, pena lo stop a stipendi, oneri contributivi e mezzi. Una nuova tegola per Diego Cammarata, che il capogruppo di Sicilia Vera a Sala delle Lapidi, Orazio Bottiglieri, giudica un “sindaco fantasma”, invitandolo a trasferirsi stabilmente a Roma finché non si troverà una soluzione. Ma Bottiglieri lancia anche un appello a Silvio Berlusconi: dia a Cammarata un altro incarico e porti Palermo di nuovo alle urne.
Consigliere Bottiglieri, Sala delle Lapidi ha bocciato il budget di Amat. Cosa succederà adesso?
“La scorsa settimana in Aula si è giocata una battaglia politica. La decisione di bocciare il budget è stata eccessiva e sbagliata, nei confronti di un’azienda che ha veramente delle difficoltà economiche. Senza considerare che vanta grossi crediti proprio verso il Comune. È stata una manovra politica, tipica di un’Aula in cui qualsiasi atto diventa il pretesto per attaccare l’avversario. Ormai Sala delle Lapidi è in campagna elettorale, si vuole far danno all’avversario in tutti i modi, senza considerare le conseguenze”.
C’è chi chiede le dimissioni dei vertici dell’azienda di via Roccazzo. Lei è d’accordo?
“I vertici dell’Amat hanno una natura prettamente politica, sono dei politici chiamati a ricoprire quel ruolo. Adesso dovrà essere il sindaco Cammarata ad affrontare il problema, anche se non ho idea di quale possa essere la soluzione. Il budget non si può ripresentare, quindi la palla passa alla politica. Ma mi chiedo cosa cambierebbe se si dimettessero i vertici”.
Lei è il capogruppo di Sicilia Vera, una formazione politica nata da poco. Siete in maggioranza o all’opposizione?
Noi cerchiamo di valutare gli atti volta per volta. Sicuramente è difficile difendere questa amministrazione, ma ci possono essere dei provvedimenti sui quali concordare o trovare una sintesi”.
Passiamo a Gesip: condivide quanto sta facendo il sindaco Cammarata?
“Condivido l’ipotesi dei prepensionamenti. Per il 2011 è ormai obbligatoria una tantum del governo nazionale, perché il Comune da solo non ce la può fare. Gesip è sicuramente il problema più impellente, visto che tra poco scade la proroga. Se non ci fosse il trasferimento, sarebbe un bel problema. La politica nazionale per il momento è ferma, ma dopo le elezioni di domenica, specie quelle di Milano, si rimetterà in moto tutto. Cammarata deve trasferirsi a Roma in maniera stabile, anziché fare avanti e indietro, per mettere la questione di Palermo sul tavolo dei palazzi che contano. I tavoli tecnici servono ma urge il trasferimento. Poi bisogna lavorare per evitare che nel 2012 ci sia bisogno di altri soldi”.
Quale provvedimento suggerirebbe per alleviare le sofferenze della Gesip?
“Ci sono delle carenze negli organici di altre partecipate, che potrebbero essere colmati con i lavoratori della Gesip. Per esempio all’Amat mancano i controllori: perché non spostare un centinaio di lavoratori della Gesip per ricoprire la mansione? In pratica, lo stipendio se lo pagherebbero da soli”.