CORLEONE (PALERMO) – Salvuccio Riina, 47 anni, il terzogenito del capo dei capi della mafia siciliana, Totò, morto in carcere nel 2017, si è sposato con una donna spagnola, Elena.
Le nozze sono state celebrate il 7 giugno scorso, presumibilmente in Spagna. Sposo in abito scuro e sposa in abito lungo bianco con ricami in pizzo e coroncina di fiori in testa, come si vede dalla foto pubblicata sui social dalla neo sposa.
I festeggiamenti siciliani dell’evento si sono svolti poi nel ristorante Mountain Palace La Schera, in contrada Piano Scala a Corleone, un locale con grande giardino e fontana al centro.
Oltre 200 invitati tra cui i parenti e gli amici della sposa arrivati dalla Spagna. Presenti le sorelle di Giuseppe Salvatore Riina, che è il terzogenito del boss corleonese, Maria Concetta e Lucia col marito e la madre Ninetta Bagarella, che sposò Riina il 16 aprile 1974, sorella del killer mafioso Leoluca. Ma in paese nessuno sa nulla o conferma la notizia della festa di nozze.
Chi è Salvuccio Riina
Dopo aver finito di scontare una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione Salvuccio Riina ha vissuto tra il Veneto e l’Abruzzo, ammesso al regime di affidamento ai servizi sociali, un percorso fatto con l’Associazione famiglie contro la droga, ha terminato gli studi e si è laureato. Nel 2023 è rientrato a Corleone.
Salvuccio Riina sui social si definisce scrittore dopo aver scritto il libro “Riina family life”, sulla storia della sua famiglia costretta a seguire la latitanza del padre, e a vivere di conseguenza, e tornata Corleone nel gennaio 1993 dopo l’arresto del boss latitante dal 1969.
Due giorni fa a Ferragosto lo stesso Salvuccio Riina ha postato su Instagram una sua foto con scritto: “Buon Ferragosto a tutti voi da via Scorsone 24, 90034, Corleone”. La via, però, adesso non si chiama più così ma è intitolata al giudice Cesare Terranova.
Il fratello di Salvuccio, Giovanni, 48 anni, arrestato nel 1996 è all’ergastolo per mafia omicidi ed estorsione.
L’amministrazione prende le distanze dal figlio del boss
Da parte dell’amministrazione comunale è arrivata una risposta al post del figlio del boss, anche perché la via menzionata dal Riina nel post adesso è intitolata al giudice Cesare Terranova.
”Pur non volendo dare ulteriore visibilità a chi periodicamente ne è alla ricerca, l’Amministrazione comunale di Corleone interviene a seguito del post di Salvo Riina jr sui social. Il sindaco, la giunta, il presidente del Consiglio comunale e i consiglieri tutti prendono nettamente le distanze da tali dichiarazioni e condannano fermamente tale spavalderia, che suona come un vile attacco allo Stato e alle Istituzioni”, si legge in una nota diffusa dal comune.
“Le esternazioni di Riina jr, con il riferimento al vecchio nome della via oggi intitolata al giudice Cesare Terranova, non fanno altro che accentuare una visione negativa e distorta di Corleone, appannando gli sforzi che ogni giorno vengono compiuti dalla comunità per affrancarsi da una nomea legata a mafia e malaffare. Corleone non è mafia. Corleone è storia, cultura, libertà, ma soprattutto Corleone è legalità, tutte caratteristiche che personaggi altamente discutibili non potranno mai scalfire”, conclude la nota.