San Nullo, quartiere incompiuto |L'inchiesta dei piccoli reporter - Live Sicilia

San Nullo, quartiere incompiuto |L’inchiesta dei piccoli reporter

Dopo il "viaggio" tra le vie di San Cristoforo, nuovo videorealizzato nell'ambito del laboratorio "Giovani reporter cercasi... per la legalità".

il reportage
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CATANIA – Un quartiere incompiuto. Una fotografia della città, affidata ancora una volta ai bambini che, nonostante l’età giovane, osservano, memorizzano, vedono tutto. Come l’abbandono, la rinuncia, il vuoto. Dopo San Cristoforo, analizzato dai “colleghi” della Dusmet Doria,  gli studenti dell’Istituto comprensivo Francesco Petrarca hanno realizzato, sempre nell’ambito del laboratorio “Giovani reporter cercasi… per la legalità”, sempre sotto la guida della regista Sonia Giardina, affiancata dalla docente Grazia Bruno, un reportage tra le vie di San Nullo.

Rioni trasformati, negli ultimi decenni, in grandi dormitori senza che, contestualmente, fossero realizzate le opere di urbanizzazione per trasformare le zone in parti vive della città. Come spiega il consigliere Sebastiano Anastasi, “cicerone” dei ragazzi per l’occasione, che evidenzia l’assenza di spazi aggregativi, di piazze, di “identità” per un quartiere che, un tempo, era il giardino di Catania.

“Si potrebbero trasformare gli immensi spazi lasciati all’abbandono – affermano i giovani reporter. Perché, quando hanno realizzato tutto questo, non hanno realizzato anche spazi per gli abitanti?”. A mancare è infatti una pianificazione urbanistica, la cura e manutenzione del poco che c’è di esistente, come il parco degli Ulivi, sconosciuto anche agli stessi abitanti. “E’ vandalizzato e distrutto – spiega Anastasi – ed è poco e mal frequentato”. Come mostrano le siringhe che, di tanto in tanto, si trovano in terra. E poi rifiuti, discariche, strade incomplete e pericolose. strette e prive di marciapiede “trazzere di campagna trasformate in pubbliche vie”, afferma ancora Anastasi.  Ma il video, come il “gemello” realizzato su San Cristoforo, è un’istantanea del presente ma anche un grido di speranza per il futuro. Lanciato proprio da chi il futuro dovrà viverlo.

 

 


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