Sana Cheema, la ragazza di 25 anni cresciuta a Brescia ma originaria del Pakistan, sarebbe stata strangolata. A confermare l’ipotesi è stata l’autopsia che ha accertato l’ipotesi di morte violenta. Sana era cittadina italiana, cresciuta nella città di Brescia. Aveva lasciato la Lombardia nello scorso novembre per tornare in patria dove, tre settimane fa, è stata trovata morta.
Da quanto fanno evincere alcune ricostruzioni, la venticinquenne avrebbe rifiutato un matrimonio combinatole dal padre.
Inizialmente era stata diffusa la notizia che la ragazza era stata sgozzata dai parenti, l’indagine era poi stata chiusa dalle autorità pachistane che avevano dato notizia di una morte per infarto.
Il medico della ragazza avrebbe accusato i familiari della vittima, sollecitando così la riesumazione del cadavere, per accertarne le dinamiche del decesso. Emersi il risultati del Laboratorio forense del Punjab, dove si evince una rottura dell’osso del collo, sono stati fermati il padre, il fratello e lo zio di Sana con l’accusa di omicidio.
Indagini sul caso anche in Italia: la procura di Brescia aveva infatti aperto un’inchiesta senza indagati, gestita dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani.