Sanatoria beni confiscati, Sunia: "Serve l'intervento della Regione"

Sanatoria beni confiscati, il Sunia: “Chiediamo l’intervento della Regione”

Il sindacato ha inviato una lettere a Lagalla, Schifani e Cracolici

PALERMO – Il Sunia interviene sulla sanatoria approvata il 29 dicembre dalla giunta comunale di Palermo, poi sospesa l’8 gennaio dal vicesindaco Carolina Varchi, che dà la possibilità agli occupanti di alloggi confiscati alla mafia di ottenere la regolarizzazione, pagando i canoni pregressi a partire dalla data di occupazione.

“La delibera ha di fatto esteso la sanatoria delle occupazioni abusive di immobili di edilizia residenziale pubblica, prevista dalla legge finanziaria del 2018, anche agli immobili confiscati alle organizzazioni mafiose. Ed è stata sospesa per richiesta di chiarimenti, come risulta dal portale del comune di Palermo”, dichiarano i segretari del Sunia Palermo e Sicilia Zaher Darwish e Giusi Milazzo.

“La posizione del sindacato è critica”

 “Da sempre – ribadiscono Darwish e Milazzo – la posizione del sindacato degli inquilini della Cgil è fortemente critica rispetto al tema delle sanatorie per l’occupazione abusiva. E questo perché tendiamo a garantire le persone e le famiglie iscritte nelle graduatorie delle case popolari, che a Palermo risale al 2003, e in quella sull’emergenza abitativa, che contiene oltre 2.500 famiglie”.

“Chiediamo l’intervento della Regione”

Il Sunia, in una lettera inviata al sindaco Lagalla, al presidente della Regione Schifani e al presidente della commissione Antimafia Cracolici, chiede che sulla questione venga richiesto l’intervento della Regione. “Riteniamo sia necessario – specificano i due segretari di Sunia Palermo e Sunia Sicilia – acquisire il supporto normativo del governo regionale e il parere della commissione regionale Antimafia, per garantire la restituzione degli immobili alla collettività e impedire il possibile controllo mafioso sugli alloggi sottratti alla mafia”.

“La suddetta sanatoria, come tutte le sanatorie, è l’ennesimo sintomo dell’assenza dell’intervento istituzionale sulla materia del diritto all’abitare, ormai cronico nella nostra regione – continuano Zaher Darwish e Giusi Milazzo – . Ci sono regioni che sono anche alla quinta riforma sul diritto all’abitare, in Sicilia siamo all’anno zero. E la richiesta che vengano messi all’ordine del giorno soluzioni e presupposti per cambiare la politica dell’abitare, e risolvere il disagio abitativo che si aggrava ogni anno, noi la facciamo da tempo. Ma dall’agenda politica il tema abitativo sembra essere sparito malgrado la casa sia un diritto di tutti,  che deve essere garantito”.


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