La gara centralizzata della sanità scoperta dal mensile “S” e raccontata da Livesicilia con una video-inchiesta è stata revocata definitivamente in “autotutela” dal manager Angelo Pellicanò. Una gara da 70 milioni di euro che era stata presentata dall’assessore Massimo Russo come “modello vincente”. In realtà, dopo l’inchiesta di “S”, si è pronunciata l’Autorità nazionale di Vigilanza sui Contratti dichiarando le procedure “viziate e illegittime”, ma nessuna testa è caduta.
I manager della nuova era sanitaria tentano di far passare la “revoca in autotutela” della gara “viziata” da 70 milioni di euro come un’operazione di “trasparenza”. Tanto che su La Sicilia, il manager Pellicanò ha detto: “Abbiamo assunto questa decisione in accordo con gli uffici dell’assessorato per dare un segnale di estrema trasparenza sia ai cittadini che alle aziende partecipanti”.
Ma da queste parti, tra festival sponsorizzati da multinazionali che vincono sistematicamente le gare e parate in diretta mondiale, il buon giorno -come scritto sul mensile “S” di maggio 2011- si vede dal mattino. E quando Massimo Russo per le analisi dei prezzi dei concorrenti alle gare centralizzate ha nominato Salvo Riolo, non è stato difficile per le decine e decine di imprese siciliane che forniscono prodotti sanitari, andare a scoprire che chi li convocava era stato “National sales director presso Johnson e Johnson Medical”, poi prima classificata nella gara, ma anche consulente della Covidien, altra concorrente nella gara d’appalto arrivata seconda. Riolo ad “S” ha spiegato di non aver avuto un ruolo diretto e di essere stato scelto per le proprie “capacità e competenze di altissimo livello”.
I manager di Russo hanno fatto di più, riuscendo a concepire un sistema di gestazione della gara milionaria che favorendo di fatto pochi e blasonati concorrenti stava per mandare sul lastrico decine e decine di imprese siciliane.
Il sistema Russo-Pellicanò-Torrisi (da S maggio 2011). Come funziona una gara d’appalto? Ci sono alcuni parametri in base ai quali viene assegnato un punteggio ai concorrenti. Una parte del capitolato si basava sul prezzo, la seconda parte sulla “qualità”. Ad un prezzo più basso di vendita del prodotto, corrispondeva un punteggio più alto, idem per la “qualità”: una maggiore qualità consentiva di attribuire ai partecipanti della gara un punteggio più alto.
Sorge un piccolo problemino: il prezzo è un numero e quindi non si scappa. Ma come si fa a valutare la qualità? L’Amministrazione ha creato delle sottocategorie -è questo il principale motivo delle proteste dei fornitori- che avrebbero lasciato ampio spazio alla discrezionalità della Commissione di valutazione. Facciamo un esempio: uno degli elementi per valutare la “qualità” dei prodotti, era la cosiddetta “analisi criticità del sistema”. E che vuol dire? “Per sistema -ha risposto l’Amministrazione in una delle trentatré richieste di chiarimenti- si intende il meccanismo su cui si fonda, attualmente, sia l’approvvigionamento che l’utilizzo della tipologia dei prodotti posti in gara”. A seguire c’era la “proposta razionalizzazione approvvigionamento” che sarebbe “una proposta formulata dal concorrente che consenta “concretamente e non in via astratta” di razionalizzare e semplificare l’approvvigionamento dei prodotti posti in gara”; segue la “valutazione e quantizzazione redditività”, ovvero “L’aumento di redditività può essere descritto attraverso l’analisi di dettaglio in termini costi – benefici, con relativa valenza anche in termini di incremento quali-quantitativo, delle prestazioni sanitarie erogate a seguito dell’adozione della proposta operativa indicata dal concorrente”. In pratica questi apparenti scioglilingua valevano ben 60 punti, quanto basta per ribaltare l’esito di gara tradizionalmente basato sul prezzo.
Interviene l’Autorità di Vigilanza. Mancanza di prezzi a base d’asta, “significativo margine di discrezionalità” nella valutazione della qualità, “possibili turbative” tra le imprese, “violazioni” del Codice dei contratti, carenze di “trasparenza”. (Clicca qui per l’articolo sulla gara)
Le ultime parole famose dell’Ente appaltante. Con riferimento all’articolo apparso in data 23/05/11 lo scrivente in qualità di direttore generale Arnas Garibaldi, azienda capo fila della gara di bacino per l’aggiudicazione di materiale chirurgico per le attività delle diverse unità operative della Sicilia orientale, precisa quanto segue… (Continua…)
Scattano le manette “in diretta”. Nel verbale della gara centralizzata da 60 milioni di euro per la nuova sanità siciliana, viene derubricato ad un “improvviso allontanamento per motivi personali”, in realtà, il professor Ignazio Massimo Civello, uno dei componenti della commissione tecnica che doveva valutare le offerte, è stato arrestato con le buste in mano accusato di concussione, truffa e falso per finti interventi chirurgici a Ragusa. Per lui si era mobilitato il comandante dei Nas per l’Italia meridionale: il colonnello Ernesto Di Gregorio. (Leggi qui)
La gara lampo: 147 lotti in un giorno. Dopo l’arresto di uno dei componenti della commissione, Massimo Civello, per fatti esterni alla gara, tre medici, un ragioniere dell’assessorato di Massimo Russo e il provveditore dell’azienda Garibaldi, in un solo giorno, il 14 marzo, hanno valutato 147 lotti. Molti dei quali comprendevano al proprio interno anche 30 prodotti. Il 21 marzo invece hanno valutato complessivamente 118 lotti. (Continua…)
Le ultime parole famose di Massimo Russo (La Sicilia 24/04/2011) “Dopo aver appreso gli esiti della gara, è ormai un modello vincente che abbiamo inaugurato due anni fa con la gara per l’acquisto dei farmaci ospedalieri e che ha già prodotto risultati straordinari per la sanità siciliana. Grazie alle gare di bacino previste dalla legge di riforma vengono uniformate le procedure d’acquisto e oltre ad ottenere forti risparmi che ormai ammontano complessivamente a oltre 200 milioni di euro garantiamo qualità e sicurezza dei prodotti e trasparenza nelle procedure. Non era possibile, come avveniva spesso in passato, che in Sicilia alcuni presidi chirurgici costassero molto di più del prezzo pagato da altre regioni italiane o – peggio ancora – che ci fosse differenza di prezzo negli acquisti fra aziende sanitarie e ospedaliere che operano nello stesso territorio. Anche per la parte che riguarda i beni e i servizi stiamo cambiando il sistema nella direzione dell’efficienza e della innovazione, precorrendo le linee normative che a breve verranno emanate dal governo nazionale”.