Sanità pubblica in Sicilia: la risposta (indiretta) di Schifani

Sanità pubblica in Sicilia: la risposta (indiretta) di Schifani

"La nuova sanità dovrà guardare senza riserve al privato convenzionato, sia ospedaliero che diagnostico"
SEMAFORO RUSSO
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2 min di lettura

“Sanità pubblica in Sicilia, Schifani cosa ne pensa?” è il titolo di un nostro articolo su Livesicilia del 6 ottobre scorso. Indirettamente la risposta del neo presidente della Regione Renato Schifani è arrivata con le sue dichiarazioni programmatiche dinanzi all’Assemblea regionale siciliana, e non è una bella risposta. Non è la risposta che ci aspettavamo, forse ingenuamente, dovendoci quindi rassegnare a un sostanziale immobilismo circa l’atteso potenziamento della sanità pubblica in Sicilia.

Ecco un passaggio del suo intervento riguardante il tema della sanità, anzi, e non è un dettaglio, sul punto ha iniziato proprio così: “La nuova sanità dovrà guardare senza riserve al privato convenzionato, sia ospedaliero che diagnostico, nella consapevolezza che la assistenza sanitaria costituisce una pubblica funzione, al di la del soggetto che la eroga, sia pubblico che privato. Occorre quindi abbattere ogni forma di pregiudizio, sapendo coniugare una leale sinergia tra due mondi che stanno dalla stessa parte: la salute del cittadino. Soltanto cosi potremo anche abbattere le inaccettabili liste di attesa cui sono sottoposti molti pazienti che chiedono ed hanno diritto ad una indagine strumentale e diagnostica immediata per la scelta della terapia.”.

No, caro presidente Schifani, le cose non stanno così, anche quando eroga un servizio pubblico il privato rimane un privato, con pregi e limiti, e non possiamo accettare il teorema secondo il quale posto che una buona sanità pubblica in Sicilia non ci sarà mai tanto vale “guardare senza riserve” al privato. Un presidente della Regione da poco eletto dai cittadini (sebbene da una minoranza dei cittadini considerata l’elevata percentuale di astensionismo) che si premura, appena tocca l’argomento, di rassicurare i signori della sanità privata francamente lascia sbalorditi. Di più, il governatore ha immediatamente collegato il proposito di una “nuova sanità” non a una rivoluzione nel settore pubblico – ha solo fatto generici riferimenti alla medicina territoriale da implementare – con assunzioni di personale medico e paramedico, acquisto di attrezzature e definizione di grandi incompiute ma piuttosto, da qui lo sconcerto, a uno sguardo compiaciuto verso il privato convenzionato.

Sia chiaro, lo abbiamo scritto in diverse occasioni, nessuna ostilità o prevenzione nei confronti della sanità privata, al contrario, il discorso è un altro: i soldi dei contribuenti, vale anche, per esempio, per la scuola, devono innanzitutto servire a migliorare le strutture pubbliche che in base alla nostra Costituzione erogano servizi essenziali, a cominciare ovviamente da quelle sanitarie. È l’unica garanzia affinché ogni persona, indipendentemente dalle sue capacità economiche e condizioni sociali, possa accedere agli accertamenti diagnostici e alle cure impedendo che il normale ricorso al pubblico costituisca un calvario, come purtroppo avviene quotidianamente nei nosocomi siciliani, o imponga poi, a causa delle inefficienze, la scelta obbligata del privato che legittimamente coltiva interessi economici aziendali. Deludente, pertanto, il suo messaggio ai siciliani presidente Schifani, assai deludente. Ci ripensi se può.


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