Sanità, rovesciare il tavolo? Ora aspettiamo la prova dei fatti - Live Sicilia

Sanità, rovesciare il tavolo? Ora aspettiamo la prova dei fatti

Dopo l'indignazione, la concretezza

A proposito “dell’inqualificabile balletto” – espressione usata non da un sindacalista o da un esponente delle opposizioni ma dal governatore della Sicilia Renato Schifani – andato in scena in occasione delle nomine dei direttori sanitari e amministrativi delle strutture sanitarie – e prima ancora dei direttori generali – onestamente non sappiamo cosa pensare.

Da un lato, nella sostanza dando ragione a Schifani, leggiamo le affermazioni di fuoco di deputati e assessori regionali improvvisamente diventati terziari francescani della politica e le interviste dai toni alla Savonarola rese da alcuni leader di partito; dall’altro, emergono, da interventi successivi dei medesimi soggetti, malumori per essersi sentiti emarginati, vedi ad esempio l’Mpa di Raffaele Lombardo e la Dc di Totò Cuffaro, con la classica richiesta di vertici e chiarimenti in vista di prossime nomine in altri settori.

Il ‘rischio sceneggiata’

Insomma, il rischio di trovarci dinanzi a una sceneggiata napoletana con marcatura decisamente sicula esiste. Medesima considerazione sulle recenti esternazioni del presidente Schifani che sembrano pronunciate da qualcuno fino a ieri amministratore di qualche regione del Nord Europa. Mostrandosi scandalizzato dalla lottizzazione delle nomine nella sanità pubblica lui si tira fuori e parla di “stratificazione” di un sistema “incancrenito” che parte da lontano, che non nasce oggi con la sua maggioranza.

Parte da lontano, è vero, però arriva fino ai giorni nostri così confermando che pure la sua maggioranza è coinvolta fino ai capelli, né potremmo immaginare diversamente se non vogliamo accusare entità aliene del “balletto inqualificabile” di cui sopra.

Perché conoscendo il “sistema stratificato” e “incancrenito” si è fatto trovare impreparato dinanzi all’assalto alla diligenza? Perché non si è blindato a Palazzo d’Orleans staccando i telefoni e procedendo alle nomine dei manager, mandando gentilmente a quel paese chiunque si fosse azzardato ad accennare a metodi ‘cencelliani’ (dal famigerato manuale Cencelli) su ogni singola poltrona?

La voglia di rovesciare il tavolo

Adesso, pare che il presidente voglia rovesciare il tavolo dando una sterzata secca e decisa a un andazzo che dura da decenni e che non riguarda unicamente la sanità ma ogni angolo della vita economica e sociale di questa terra perennemente ostaggio della religione del favore, dell’appattamento, della convenienza privata e di partito e dei politicanti che se ne auto consacrano sacerdoti con l’interessato consenso degli elettori.

Vedremo il modus operandi di Schifani con le nomine all’orizzonte in parecchi enti e partecipate regionali. Tornando al “balletto inqualificabile”, cerchiamo di capire se siamo di fronte a una possibile svolta o alla solita recita utile al solito scontro interno alle forze politiche di maggioranza e alla coalizione di governo.

La sfida è, cioè, sui fatti. Andiamo, allora, ai fatti. Ecco cosa ha dichiarato nei giorni scorsi il presidente Schifani: “Ho chiesto di inserire nei contratti dei direttori generali (delle strutture sanitarie) una clausola di decadenza, con dei parametri chiari che ne determineranno la decadenza nel caso in cui tali paramenti non venissero rispettati. Posso assicurare che inseriremo un organismo che valuterà gli obiettivi dei direttori generali. Non faremo sconti a nessuno”.

Sempre Schifani: ”Noi abbiamo distribuito decine di milioni per abbattere le liste d’attesa. Sia sul pubblico che sul privato. Voglio capire bene quali sono i tempi di lista d’attesa pure dei centri privati. Se sono lunghi valuteremo anche il ritiro di questi finanziamenti”.

La sfida sui fatti

Bene, credo sia giunto il momento di non accontentarci dei proclami buoni per imbastire comunicati e indire conferenze stampa. Primo, attendiamo la nomina dell’organismo annunciato dal governatore che valuterà il raggiungimento degli obiettivi affidati ai direttori generali e, a cascata, ai direttori sanitari e amministrativi confidando nell’assoluta terzietà dei componenti di suddetto organismo.

Secondo, l’opinione pubblica ha diritto di sapere in forma diretta e semplificata, senza l’onere di addentrarsi nel coacervo di norme, regolamenti, deliberazioni di giunta e contratti, quali sono questi parametri violati i quali scatta la decadenza dei vertici aziendali.

Terzo, l’opinione pubblica ha diritto di conoscere ragionevolmente presto gli esiti di tali valutazioni e, dati alla mano, verificare la progressiva e sensibile diminuzione dei tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie. Infine, sappiamo perfettamente che le lunghe liste d’attesa non sono l’unico problema che angustia la salute pubblica.

C’è una questione bollente di risorse finanziarie negli ultimi anni costantemente ridotte, di carenza di personale medico e infermieristico e di posti letto, di buchi nella medicina del territorio, di agibilità e vivibilità dei pronto soccorso.

In merito, quali sono gli obiettivi da raggiungere che il presidente Schifani ha assegnato ai direttori generali? Le domande sono numerose, mi rendo conto, ma del resto finora sono mancate le risposte.


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