Inchiesta sulla sanità, Scavone si difende: "Nessun favore"

Inchiesta sulla sanità, Scavone si difende: “Nessun favore”

L’ex assessore regionale Antonio Scavone ha risposto al gip e al pm nell’interrogatorio in Tribunale. È difeso dall’avvocato Carmelo Galati
INTERROGATORIO
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CATANIA. Ha respinto al mittente ogni accusa, chiarendo la propria posizione e negando l’assunto su cui si basa l’ipotesi di reato, ovvero che per fargli un favore Giuseppe Arcidiacono, Nunzio Ezio Campagna e Gesualdo Missale avrebbero favorito la sua “compagna”: lui non avrebbe chiesto niente e la signora in questione, peraltro, non è affatto né sua moglie né la sua compagna.

È durato circa due ore l’interrogatorio del senatore ed ex assessore regionale Antonio Scavone, indagato nell’ambito dell’inchiesta sulla sanità catanese che in questi giorni ha visto l’iscrizione sul registro degli indagati di professionisti e politici. Scavone, difeso dall’avvocato Carmelo Galati, ha risposto al Pm Alessandra Tasciotti e al Gip Simona Ragazzi.

Ha risposto a tutte le domande, come evidenziano fonti vicine alla difesa, anche se gli elementi dell’accusa si fonderebbero su conversazioni di terze persone che, parlando tra loro, tirano in ballo anche il nome dell’ex assessore regionale Scavone.

Nello specifico, l’accusa per Scavone è di concorso in turbativa della procedura di affidamento di un incarico da 15 mila euro a una donna, indicata come compagna dell’ex assessore, da gennaio a settembre 2021. Dunque l’indagato ha respinto ogni addebito, negando qualunque tipo di coinvolgimento in questa storia. Nel frattempo l’indagine prosegue. E intanto Campagna, che è difeso dall’avvocato Ivan Maravigna, si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come hanno fatto anche altri indagati.


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