PALERMO – Adesso 44 lavoratori della Sas sono davvero in bilico. Potrebbero essere licenziati già alla fine del mese, dopo alcune sentenza d’Appello che hanno negato loro il diritto all’assunzione a tempo indeterminato nella società regionale siciliana. Si tratta di un gruppo di cosiddetti “ex interinali”, dipendenti che si occupano di pulizie o manutenzione nelle aziende e negli ospedali siciliani e che avevano prestato il proprio lavoro per un tempo limitato, ma sufficiente, secondo molti di loro, per guadagnare il diritto alla stabilizzazione. E per molti di loro, in effetti, è stato cosi: la vittoria sia in primo che secondo grado ha aperto loro le porte della spa.
Non è andata altrettanto bene a 44 di loro. E così, adesso, il loro posto di lavoro è in bilico. Le sentenze di secondo grado, infatti, sono immediatamente esecutive. E così, da mesi in realtà si attende la decisione delle società. Decisione che non è stata presa dall’ex amministratore unico Sergio Tufano, nominato dall’ex governatore Crocetta. Nessuna esecuzione alla sentenza, come detto. E così, gli stipendi erogati a questi lavoratori dopo le pronunce dei tribunali rischiano adesso di finire sotto la lente di ingrandimento della Procura della Corte dei conti che starebbe già approfondendo la questione.
“In via precauzionale – spiega Tufano – avevo scelto di non dare esecuzione alle sentenze di secondo grado, in attesa della Cassazione, per non dover interrompere i servizi svolti presso i committenti e per non dover sottoporre l’ente all’esborso delle somme necessarie in caso di vittoria del lavoratore per il pagamento degli arretrati per le mensilità a vuoto. Sul tema c’è una delibera di giunta che è molto lacunosa e che comunque, essendo un atto amministrativo, deve sottostare alla legge che, com’è noto, prevede che una sentenza sia definitiva dopo il terzo grado di giudizio. E, casi precedenti, ci hanno dimostrato che spesso la Cassazione dà ragione al lavoratore”.
Nel frattempo, però, Tufano è andato via. E oggi alla guida di Sas non c’è nessun amministratore. A guidarla è, come prevedono le norme, il presidente del collegio sindacale, Francesco Malfitana. Una posizione scomodissima, per chi dovrebbe occuparsi di ordinaria amministrazione e si trova invece a fronteggiare questo caso spinosissimo. Una condizione dovuta anche ai ritardi nell’individuazione del nuovo presidente da parte del socio unico della Sas, cioè la Regione, ossia il governo regionale.
“Le sentenze di secondo grado – spiega a Livesicilia Malfitana – devono essere eseguite. Lo prevede la legge. Cosa che non è stata fatta dai precedenti amministratori. Ma io dovrei occuparmi di ordinaria amministrazione. Così, ho deciso di porre il tema all’Ordine del giorno nella prossima Assemblea dei soci: la Regione dovrà dirmi quale scelta dovremo compiere”. Insomma, la Regione deve assumere una posizione chiara, prima che la Corte dei conti possa coinvolgere anche il presidente del Collegio sindacale, finito in quella posizione solo per l’assenza di un amministratore con i pieni poteri.
“Non si tratta di scelte discrezionali, non ci sono preconcetti – dice l’assessore all’Economia Gaetano Armao – si tratta di fatti giuridici. È stata posta alla nostra attenzione questa vicenda e stiamo svolgendo tutti gli approfondimenti del caso”. “La Regione – sottolinea la parlamentare regionale, Marianna Caronia – dovrebbe riflettere anche sul fatto che i lavoratori eventualmente licenziati potrebbero dover essere reintegrati in caso di vittoria in Cassazione e questo creerebbe un danno economico gravissimo all’ente. In più, sembra poco opportuna, dal punto di vista politico, la scelta di far compiere atti di tale importanza a un’amministrazione transitoria”.
Una matassa, insomma, difficile da sciogliere anche per altri problemi: “La Regione deve anche essere cosciente del fatto – spiega Malfitano – che 31 di questi interinali al momento lavorano a un appalto col Civico. Il licenziamento potrebbe portare alla fine di quel servizio”. Servizi in qualche caso essenziali. E così, in pochi giorni la Regione dovrà decidere. Intanto, se nominare o meno il nuovo amministratore (in pole resta Giuseppe Di Stefano, in passato già presidente di Sas), poi cosa fare con i 44 lavoratori in bilico. E ancora, in caso di esecuzione della sentenza, cioè di licenziamento, come sostituire questi lavoratori. Ma in quest’ultimo caso, una soluzione a portata di mano potrebbe esserci già: l’albo dei dipendenti delle società liquidate o fallite. Ma a quel punto resterà da capire quali saranno i criteri per la selezione dei lavoratori.