PALERMO – Il filone investigativo è ancora aperto, nonostante l’archiviazione decisa per i tre dirigenti regionali coinvolti nel caso Cannes. Un omissis copre un capitolo da scrivere, ma non dipende dalla Procura di Palermo.
La rogatoria internazionale
Un anno fa è stata avanzata una richiesta di rogatoria, ancora inevasa dall’autorità giudiziaria francese. Nell’attesa delle risposte non si poteva tenere sotto inchiesta Lucia Di Fatta, ex dirigente generale del Dipartimento turismo della Regione siciliana, Nicola Tarantino, responsabile di Sicilia film Commission, e Calogero Franco Fazio, ex dirigente ad interim del Turismo.
I termini delle indagini preliminari sono scaduti, compresi quelli concessi con le proroghe. Da qui l’archiviazione disposta il 13 giugno scorso dal Gip Patrizia Ferro.
Casa Sicilia a Cannes
Il punto di partenza resta invariato. Fu il Tar a confermare l’illegittimità dell’affidamento diretto alla società lussemburghese Absolute Blue dell’organizzazione, nel 2023, dell’evento “Sicily, Women and Cinema” all’hotel Majestic nei giorni del Festival internazionale del cinema. Il Tribunale amministrativo stabilì che bene aveva fatto il governo Schifani a revocare in autotutela il decreto di finanziamento da 3,7 milioni (l’anno prima erano stati 2,2 milioni).
Cosa ha stabilito il Tar
Quando il quotidiano “La Sicilia” sollevò il caso la Regione, prima della revoca, chiese pure un parere all’avvocatura dello Stato sull’assegnazione diretta senza evidenza pubblica della commessa. Bisognava “vagliare l’esistenza di soluzioni alternative ragionevoli – scrisse il Tar – al fine di dimostrare che nel caso di specie sarebbe stato necessario realizzare l’evento ‘Casa Sicilia’ proprio in quell’hotel”. Absolute Blue non presentò ricorso in appello e la sentenza amministrativa è passata in giudicato.
Spese da riscontrare
I finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo hanno acquisito le fatture per l’organizzazione dell’evento. Alcune spese non hanno convinto più di altre: i 25 mila euro chiesti da Patrick Nassogne, amministratore della Absolute Blue, nella veste di “freelance”, 9.660 euro per due pernottamenti in due “deluxe villas” di soggetti “non conosciuti”, 28 mila euro per il noleggio di una Mercedes Classe S580 per due settimane, 10 mila euro per alloggi “tarantino Team” e 12 mila per “Messina team”. E ci sono pure 45 mila euro per la collaborazione di Sabrina De Capitani.
La portavoce di Galvagno a Cannes
Dal suo nome sono partite le indagini sfociate poi nell’altra inchiesta giunta al giro di bosa dell’avviso di conclusione e in cui viene ipotizzato il reato di corruzione. Il 2 giugno 2021 Sabrina De Capitani inviava una e mail ad un componente dell’ufficio di gabinetto dell’allora assessore regionale al Turismo, Manlio Messina, e per conoscenza allo stesso componente della giunta dell’allora governatore Nello Musumeci.
“Come da accordi vi giro al lettera del Festival di Cannes…”, scriveva la donna che lavorava come key client per la Absolute Blue e che poco tempo dopo sarebbe diventata la portavoce del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno. ll budget inziale di spesa per la Absolute Blue era di 35 mila euro, ma sarebbe lievitato a 95 mila.
Il 16 giugno Patrick Nassonge “come da accordi” inviava la sua proposta che si basava sulla esclusività del progetto “Woman and Cinema al Festival di Cannes”. Ed ecco il cuore della questione giudiziaria: la Procura di Palermo contesta l’esclusività, ritenendo che sia stata uno stratagemma per affidare l’incarico senza bando pubblico.
Gli omissis sulle indagini ancora in corso
Al contempo bisogna pure verificare come sono stati spesi i soldi. Da qui l’esigenza di riscontare ogni voce delle fatture. Per sapere, ad esempio, chi e quando ha alloggiato in un hotel o ha viaggiato su un’auto a noleggio è stato necessario chiederlo all’autorità giudiziaria francese con una rogatoria internazionale.
La burocrazia richiede tempo. Nell’attesa non si possono tenere sotto inchiesta delle persone sine die. Da qui l’archiviazione dell’inchiesta, allo stato dei fatti, e quell’omissis sotto cui si cela tutto ciò che fa parte della rogatoria.

