PALERMO – Accolto il ricorso della Procura. Il Tribunale del Riesame ha stabilito che nell’inchiesta sulla Gesap anche i beni di Dario Colombo devono essere sequestrati. Un sequestro che, almeno in questa fase, dovrebbe essere bloccato dal ricorso in Cassazione dei legali dell’ex amministratore delegato della società che gestisce l’aeroporto di Punta Raisi.
Niente dolo, “al più negligenza nell’esercitare il ruolo di amministratore delegato”: con questa motivazione il giudice per le indagini preliminari ha respinto la richiesta della Procura di bloccare i beni a Colombo affinché, in caso di condanna, Gesap possa avere riparato il danno per quei milioni di euro spesi per i progetti. Undici milioni e mezzo per la precisione, a fronte dei 188 mila euro realmente necessari.
Colombo è indagato per concorso in turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Avrebbe contribuito alla valanga di consulenze affidate per la progettazione del nuovo aeroporto “Falcone e Borsellino”. Secondo il gip Walter Turturici, però, erano le parole intercettate di Carmelo Scelta, ex direttore generale di Gesap e considerato il perno del sistema, a sminuire l’operato illecito di Colombo. Lo definiva “un fantasma” con cui aveva “difficoltà di dialogo”.
Di avviso opposto il pm Luca Battinieri, secondo cui “se così fosse avvenuto non si sarebbe limitato a fare da determinante passepartout” delle irregolarità imperanti, e “non avrebbe avallato tutte le centinaia di consulenze affidate alla pletora ristretta di imprenditori eletti”. Colombo avrebbe contributo alle “condotte smaccatamente criminali” scoperte dai poliziotti della sezione anticorruzione della Squadra mobile. Il Riesame ha dato ragione al pm. Colombo con una nota aveva respinto le accuse e si era detto pronto a confrontarsi con i magistrati.