TRAPANI – Il manager Ferdinando Croce, sospeso dall’Asp di Trapani dalla Regione Siciliana in seguito allo scandalo dei referti istologici trasmessi in ritardo, respinge le accuse attraverso due memorie difensive.
Croce sottolinea come molti dei gravi disservizi riscontrati risalgano a un periodo antecedente alla sua nomina, avvenuta il 4 luglio 2024, e al suo incarico di commissario straordinario, iniziato l’1 febbraio dello stesso anno. Il manager parla apertamente di “fumus persecutionis” nei suoi confronti.
Nelle memorie presentate, viene evidenziato come già a partire da giugno 2023, verbali interni dell’Asp segnalassero criticità ben note all’allora direzione aziendale e sanitaria, ma che non sarebbero mai state formalmente trasmesse al direttore dopo il suo insediamento.
La difesa
Secondo la difesa di Croce, la Regione Siciliana avrebbe attivato una task force regionale solo dopo che la vicenda ha assunto una rilevanza mediatica nazionale. Viene inoltre rimarcato come, grazie alle iniziative intraprese dal manager, circa tremila esami arretrati sarebbero stati presi in carico o smaltiti.
Croce evidenzia di aver avviato diverse azioni correttive per affrontare la problematica, tra cui le convenzioni stipulate con l’Asp di Catania, il Policlinico di Palermo, l’Arnas Garibaldi di Catania e la società Oncopath per il supporto nella refertazione.
I dati forniti nella memoria indicano un significativo miglioramento nei tempi di consegna dei referti: “dai 144 giorni del luglio 2024 ai 15 giorni del febbraio 2025. Il 98 per cento dei referti dei primi due mesi del 2025 era stato consegnato entro i tempi previsti”.
“Inerzie e omissioni”
Croce rileva “inerzie e omissioni” da parte dell’Assessorato regionale alla Salute. In particolare, viene citata la mancata risposta alla richiesta dell’Asp del 18 luglio 2024 di autorizzare l’esternalizzazione del servizio.
La Regione, solo mesi dopo, avrebbe ritenuto “superata” tale richiesta in quanto l’Asp nel frattempo aveva comunque stipulato una convenzione con Catania. Secondo Croce, la mancata risposta regionale avrebbe aggravato una situazione già delicata. Il manager contesta inoltre il procedimento ispettivo, definendolo artificioso e con molte omissioni.