Regionali, Schifani a Catania: "Coalizione compatta" - Live Sicilia

Regionali, Schifani a Catania: “Coalizione compatta”

Il candidato del centrodestra lancia il guanto di sfida.
VERSO IL VOTO
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CATANIA – Catania è l’epicentro della campagna elettorale del centrodestra siciliano. A poche ore di distanza dalla kermesse di Giorgia Meloni alle Ciminiere, il candidato azzurro Renato Schifani lancia la lista catanese di Forza Italia all’Hotel Nettuno, quartiere generale di Nello Musumeci 5 anni fa.

Il monito agli alleati

Chiusa la partita del listino, l’ex presidente del Senato lancia il suo guanto di sfida. E mette subito i puntini sulle i. I primis con gli alleati. “Sulle scelte per la formazione della giunta sarò intransigente, chiederò ai partiti una rosa di nomi e poi decido io; sono contrario agli assessori tecnici tout court ma voglio politici-tecnici competenti che conoscano la materia e su questo non accetto compromessi che possono indebolire la macchina amministrativa. Ho sempre avuto ottimi rapporti con gli alleati, sono una persona di equilibrio e se in passato ci sono state tensioni nella coalizione farò in modo che non ci siano scorie: sono cresciuto nella scuola di Silvio Berlusconi e ho imparato ad ascoltare, a mediare quando è possibile ma a decidere in autonomia”, dice a margine dell’evento. GUARDA IL VIDEO: “Schifani, io vado avanti per la mia strada”

Il guanto di sfida

Ad accoglierlo lo stato maggiore del partito catanese, con in testa l’assessore Marco Falcone, e le parlamentari azzurre Stefania Prestigiacomo e  Urania Papatheu. “Registro grande entusiasmo dei siciliani. Il mio impegno dinnanzi a una candidatura inattesa è innanzitutto portare il Centrodestra unito alla vittoria e poi occuparsi della Sicilia”, dice. “I miei avversari – continua – non saranno quelli elettorali che ho adesso, ma i problemi della Sicilia: la disoccupazione, la lotta al malaffare, contro le infiltrazioni, contro la mancanza di infrastrutture, le liste d’attesa, i viaggi della speranza. Questo è il mio impegno, girando per l’Isola e incontrando gli elettori”, dice riservando parole di stima a Caterina Chinnici (“avversaria preparata dall’alto profilo istituzionale”).

Le parole di Meloni

Al netto dei buoni propositi resta qualche strascico delle polemiche che hanno scandito i giorni difficili della sintesi sul nome del candidato alla presidenza. Una storia che a certe latitudini brucia ancora come dimostrando le parole di Giorgia Meloni che nelle stesse ore è a Messina. “La coalizione in Sicilia si compatta su Renato Schifani grazie a Fratelli d’Italia che per il bene dell’unità della coalizione ha fatto un passo indietro con Nello Musumeci che, secondo me, meritava la candidatura”. Schifani dribbla le polemiche e rinnova stima all’attuale inquilino di Palazzo d’Orleans.  “Io vado avanti per la mia strada. Ho trovato attorno a me la condivisione di tutti i partiti del Centrodestra e questo mi dà, naturalmente, una grande forza. Non ci sono stati partiti che si sono distinti o che hanno manifestato delle posizioni non condivise. Sento il carico della responsabilità di avere un Centrodestra compatto”, dice. “Ho già sentito e incontrerò a breve il presidente Nello Musumeci per parlare dei temi più delicati. Trovo una Sicilia che non è andata indietro, che ha affrontato con grande coraggio la pandemia, che ha aumentato il Pil, che ha ottenuto l’inserimento del principio dell’insularità in Costituzione che consentirà ai siciliani un gettito maggiore. Non trovo, quindi, una Sicilia in grandissima sofferenza, ma c’è da lavorare per farla ripartire ancora di più”, continua un Renato Schifani sempre in equilibrio tra le due frange che si sono scontrate nelle scorse settimane sul bis di Musumeci.

La stoccata ai dem

Poi riserva una stoccata al vice segretario del Pd, Giuseppe Provenzano che lo aveva definito “un ritorno al passato più buio di questa terra”. “Non so di quale ritorno al passato parli Giuseppe Provenzano riferendosi a me, visto che non mi sono mai occupato di questioni di politica regionale. Le sue parole mi scivolano addosso. Quello che certamente non ricorda la nostra terra di Sicilia è il ruolo di Provenzano come ministro del Sud”, risponde. 


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