'Sciara - Prima c'agghiorna' andrà in scena a New York - Live Sicilia

‘Sciara – Prima c’agghiorna’ andrà in scena a New York

L'opera scritta e interpretata dall'attrice-regista marsalese Rondinelli

MARSALA (TRAPANI) – “Sciara – Prima c’agghiorna” andrà in scena a New York. L’opera teatrale scritta e interpretata dall’attrice-regista marsalese Luana Rondinelli con “I Musicanti” di Gregorio Caimi, autore della colonna sonora, è stata, infatti, inserita nel cartellone dell’ “In Scena! Italian Theater Festival NY 2024”. Nella Grande Mela, il festival del teatro italiano si terrà dal 29 aprile al 13 maggio. Il cartellone è stato presentato alla New York University dal Kairos Italy Theatre insieme al Kit Italia e Casa Italiana Zerilli-Marimò. Tutti gli spettacoli saranno rappresentati in italiano con sottotitoli in inglese. “Sciara – Prima c’agghiorna” è la storia di Francesca Serio, madre di Salvatore Carnevale, il sindacalista socialista siciliano ucciso dalla mafia il 16 maggio 1955.

L’opera è stata già rappresentata al Teatro comunale “Eliodoro Sollima” di Marsala il 5 gennaio 2023. Al termine di quella rappresentazione, fu presentato l’audio-libro (Navarra editore) tratto dall’opera, le cui musiche, lo scorso anno, sono finite sulle piattaforme digitali di ben 240 Paesi con il disco (cd per l’etichetta toscana EmDabliuEm). Francesca Serio fu la prima donna che ebbe il coraggio di denunciare apertamente la mafia, combattendo al fianco del figlio, anche dopo la sua uccisione, per i diritti dei braccianti agricoli. Oltreoceano, lo spettacolo, per la regia di Giovanni Carta, sarà messo in scena due volte. Luana Rondinelli e “I Musicanti” di Gregorio Caimi si esibiranno il primo maggio al “Center for Italian Modern Art” e il 3 maggio nella Casa Italiana Zerilli Marimò. Sul palco anche Enzo Toscano (violoncello) e Debora Messina (voce). La madre di Salvatore Carnevale denunciò i mafiosi che avevano più volte minacciato il figlio, all’epoca segretario della Camera del lavoro di Sciara, facendoli condannare all’ergastolo per omicidio. In appello, però, gli imputati vennero assolti per “insufficienza di prove”, come non di rado accadeva all’epoca nei processi di mafia.

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