"Sciascia, Giuda, i pecoroni" | La rabbia del sopravvissuto - Live Sicilia

“Sciascia, Giuda, i pecoroni” | La rabbia del sopravvissuto

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    Capisco le ragioni di Paparcuri, la sua esperienza di vita vissuta nel clima di quegli anni e le ferite da lui riportate, nel corpo e nell’anima, meritano il massimo rispetto; ma le vicende di questi ultimi anni, con l’affaire Montante e tante altre carriere costruite sull’antimafia di facciata in tutti i settori della vita pubblica, danno sostanzialmente ragione a Sciascia.

    Credo che la sofferenza personale dell’interessato abbia prevalso sulla equanime visione della storia. Sciascia ebbe la preveggenza in ordine ai pericoli insiti in certa retorica antimafia ed ebbe il coraggio di rappresentarlo sin da subito.

    Dissi allora, giovanissimo e a caldo, che Sciascia era in mala fede (uno così lucido non poteva esprimersi col tono del Giornale di Sicilia dei tempi che faceva dell’attacco ai giudici una missione). Dopo decenni dico solo che come intellettuale ha toppato pesantemente e se poi dei profittatori hanno intorbidito l’antimafia ciò non vuol dire che Sciascia avesse fatto chissà quale profonda profezia.

    Semplicemente ha dato un aiuto importante ai detrattori dell’antimafia. E azzoppato Falcone e Borsellino.

    Premesso che Sciascia è il mio scrittore preferito, ma quell’articolo fu un errore colossale e le polemiche che innescò colpirono proprio Borsellino e Falcone, con conseguenze drammatiche riassunte egregiamente da Paparcuri. Intuì che 20 anni dopo l’antimafia sarebbe stata veicolo di carriere, ma in quel momento storico fece dei danni enormi. Punto.

    Concordo integralmente con il “catanese volante” e forse sia Daniele che Cyrano dovrebbero riflettere prima di parlare: solo uno come Paparcuri che ha vissuto quel periodo terribile può capire e illustrare le dinamiche perverse che portarono ai tragici epiloghi (ancora oggi ignoriamo chi c’è realmente dietro le stragi!). Non credo che essere “intellettuale” ti da automaticamente la possibilità di dire quello che vuoi. Sciascia era un grande, ma in quel caso, visto che si riferì specificamente a Borsellino ( a cui più tardi chiese scusa, ma il danno era ormai fatto), avrebbe fatto meglio a ponderare bene le sue parole. E, incredibile a dirsi, se fosse stato zitto, a molti impostori forse non sarebbe venuta l’idea di diventare “professionisti dell’antimafia” (come poi è accaduto), delegittimando chi l’antimafia la fa davvero.

    Quella di Sciascia una profezia. Con la sua mente illuminata aveva visto lungo. Purtroppo era ancora troppo presto e Paparcuri questo non lo ha capito.

    Quella di Sciascia una profezia. La sua mente illuminata aveva visto lungo. Purtroppo, come per Cassandra, era ancora troppo presto. Paparcuri, con tutte le sue buone ragioni, questo non l’ha capito

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