PALERMO – La mafia “ha fatto bene” a uccidere il piccolo Giuseppe Di Matteo. Le microspie hanno registrato le frasi choc pronunciate da Vittorio Signorello, uno dei ventuno fermati del blitz di Trapani (leggi qui la notizia), e da un imprenditore, Giovanni Giuseppe Li Gambi, che ha preferito essere condannato per favoreggiamento piuttosto che denunciare di avere pagato il pizzo.
“… allora ha sciolto a quello nell’acido… non ha fatto bene? ha fatto bene…”, diceva Signorello parlando della tragica sorte del bambino che Totò Riina fece uccidere per zittire il padre Santino, collaboratore di giustizia. Il commerciante condivideva il suo pensiero: “… se la stirpe è quella… suo padre perché ha cantato?”. Signorello rincarava la dose: “…giusto è?… punto… ha rovinato mezza Palermo quello… è pentito… va bene a posto…”.
Giovanni Brusca strangolò un bambino di tredici anni e sciolse nell’acido il suo corpicino già martoriato per la prigionia, ma nella folle logica di Cosa nostra la colpa era solo ed esclusivamente del padre della vittima innocente. Ancora Li Gambi: “… dico il bambino è giusto che non si tocca… però aspetta un minuto … perché se no a due giorni lo poteva sciogliere… settecento giorni sono due anni… tu perché non ritrattavi tutte cose? se tenevi a tuo figlio… allora sei tu che non ci tenevi…”. “… giusto perfetto…e allora… fuori dai coglioni… – concludeva Signorello – dice: ‘Io sono in una zona segreta… sono protetto… non mi possono fare niente’… sì a te… però ricordati coglione che una persona la puoi ammazzare una volta… ma la puoi far soffrire un mare di volte… allora lui ha fatto la sua scelta e quello ha fatto la sua…”.
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