PALERMO – Chiedono un maggior coordinamento con l’Agenzia nazionale dei beni sequestrati, un’anagrafe pubblica delle aziende sequestrate, tutele maggiori per i lavoratori. Sono alcune delle questioni sollevate dagli oltre 800 lavoratori delle imprese edili sequestrate e confiscate alla mafia aderenti al sindacato Fillea Cgil Sicilia, che oggi hanno deciso di incrociare le braccia e fare un sit-in davanti alla Prefettura di Palermo.
“In 31 anni sono state sequestrate 7.236 aziende in tutta Italia, e l’80% di questi sequestri sono distribuiti in Sicilia, Calabria, Campania e Puglia – spiega Salvatore Lo Balbo, segretario nazionale Fillea Cgil – ma diventa estremamente difficile trovare in rete informazioni, nomi e cognomi delle imprese interessate dal provvedimento, per questo chiediamo un’anagrafe pubblica per individuare quali sono le aziende attive dopo il provvedimento di sequestro e per far sì che possano essere messe in condizioni di lavorare; non serve una legge per farlo, ma è come se lo Stato facesse di tutto per mantenere sotto traccia queste aziende – continua – se a ciò si aggiungono gli ordinari ostacoli burocratici, diventa quasi impossibile restare sul mercato”.
Non si dichiarano del tutto contrari alla vendita dei beni sequestrati “ma bisogna intendersi sul modo – dicono – bisogna tutelare i lavoratori, un’azienda sequestrata non ha gli stessi problemi di un appartamento, per questo chiediamo di non spezzettare i gruppi di patrimoni confiscati, non si può decidere di comprare o vendere soltanto la parte ‘buona’ di un ramo d’azienda, cosi si svaluta un bene che in passato ha fatto grandi utili e profitti”.
“Un’ulteriore garanzia – continua Lo Balbo – potrebbe essere quella di creare un ufficio di attività sindacali e produttive all’interno dell’Agenzia per poter conoscere e gestire meglio i problemi di migliaia di dipendenti. Da anni chiediamo un maggior coordinamento con l’agenzia nazionale dei beni confiscati, per questo speriamo di avere risposte dall’incontro di oggi con il prefetto. Ma è fondamentale il coinvolgimento del ministero dello sviluppo economico per attivare piani di impresa che salvaguardino l’occupazione”.