CATANIA – Basta solo attraversare piazza Vincenzo Bellini, nel cuore della città, per accorgersi che, a Catania, l’immondizia non viene più raccolta. Nonostante i tentativi di scongiurare la protesta e dopo il fallimento dell’incontro di ieri in Prefettura, infatti, gli operatori ecologici, dipendenti del raggruppamento di imprese Ipi – Oikos che ha vinto l’appalto per la raccolta dei rifiuti in città, hanno deciso di incrociare le braccia fino a quando non percepiranno lo stipendio d settembre.
Una situazione che già si era presentata nella sua drammaticità nei mesi scorsi quando, di fronte all’astensione dei netturbini, l’amministrazione aveva assicurato che le risorse sarebbero bastate fino al mese di novembre. “Così, invece, non è stato – spiega Antonino Lombardo, dell’Unione sindacalesi Base- mancano i soldi e l’azienda non è più disposta ad anticipare il canone mensile, nonostante da capitolato di appalto sia tenuta a farlo”.
Nel documento, infatti, all’art. 18, si legge chiaramente che “il pagamento è effettuato con avanzamenti mensili posticipati entro centoventi giorni dal compimento del mese lavorato” e che “qualora il ritardo del pagamento superi i centoventi giorni,l’appaltatore ha facoltà di richiedere gli interessi legali delle somme dovute, a decorrere dal 150° giorno successivo alla data di scadenza”.
Il raggruppamento di aziende, però, non è disposto ad anticipare alcunché e, dunque, toccherà all’amministrazione trovare le risorse per pagare gli spazzini – il cui canone ammonta a 2,9 milioni di euro ogni mese, in quei 5,5 milioni bloccati a Palermo, con i quali pagare una mensilità (quella di marzo) ai lavoratori delle cooperative del settore socio assistenziale, in presidio permanente da due giorni. Nel frattempo, si spera nella mediazione del Prefetto, ma la situazione rimane tesa e l’aria, in città, potrebbe farsi presto irrespirabile.