CATANIA – I finanzieri del Comando Provinciale di Catania, nell’ambito di un’operazione congiunta con i locali uffici dell’INPS, INAIL, ASP, Vigili del Fuoco e Direzione Territoriale del Lavoro, volta al contrasto delle diverse forme di illegalità economica, hanno eseguito un sequestro di 40 mila articoli contraffatti o non sicuri nei confronti di un imprenditore cinese operante nell’hinterland della provincia etnea, a cui sono state contestate anche violazioni per “lavoro nero” e per la sicurezza dei luoghi di lavoro.
Di seguito il comunicato della Guardia di Finanza.
L’attività investigativa ha permesso di individuare, nella zona commerciale di Misterbianco, un esercizio commerciale di grandi dimensioni dedito alla vendita di merce contraffatta e di articoli non sicuri con falso marchio CE, ma anche la presenza di dipendenti, tra i quali cittadini italiani, presumibilmente impiegati in nero.
Il conseguente intervento nel grande magazzino – un vero e proprio megastore di prodotti che vanno dall’abbigliamento a quelli di più comune utilizzo, abitualmente visitato da numerosi clienti – ha consentito di rinvenire capi contraffatti delle migliori griffe nazionali ed estere, quali Alviero Martini – 1a Classe, Piero Guidi, Armani, Chanel, Luis Vuitton, Burberry, nonché i marchi Frutta ed Hello Kitty. Inoltre, sono stati trovati giocattoli e piccoli elettrodomestici non conformi alle norme comunitarie in materia di sicurezza dei prodotti e particolarmente scadenti. Complessivamente, i militari hanno sottoposto a sequestro oltre 40.000 articoli, sottraendoli così al mercato del falso e agli ambulanti extracomunitari abitualmente dediti alla vendita di questi prodotti nei pressi di Corso Sicilia e dei diversi mercati rionali.
Dal controllo sono emerse molteplici e ulteriori violazioni amministrative riguardanti sia il personale dipendente che la normativa sulla tutela della sicurezza dei luoghi di lavoro. Infatti, il personale dell’INPS, INAIL, Direzione Territoriale del Lavoro, ASP e Vigili del Fuoco di Catania intervenuto ha rilevato, in particolare, l’impiego di quattro lavoratori completamente “in nero” (due italiane e due cinesi), cioè sprovvisti di un qualsiasi tipo di contratto di lavoro nonché della relativa posizione contributiva. Tra questi, è stata identificata una minorenne cinese senza permesso di soggiorno e per la quale si è reso necessario l’affidamento a una casa di accoglienza. L’impiego del 50% della manodopera in nero ha fatto scattare immediatamente il provvedimento di sospensione dell’attività.
Ancora, è stata constatata l’ostruzione delle uscite di emergenza, trovate sigillate da catene e lucchetti, l’impianto elettrico non in regola con la normativa di settore, nonché la presenza di un ascensore/montacarichi privo dei requisiti di sicurezza. Al termine delle operazioni la titolare dell’esercizio commerciale è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria per i reati di contraffazione, frode in commercio e sfruttamento del lavoro clandestino e minorile, nonché segnalata alla locale Camera di Commercio per violazioni amministrative che comportano sanzioni sino a 300.000 euro.