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Chi ha paura del terremoto?

La Sicilia trema, è psicosi
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Nellimmagine dellIstituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la localizzazione del terremoto

Nell'immagine dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, la localizzazione del terremoto

La Sicilia trema un poco. Ma non è questa la notizia. La notizia è data dalla reazione psicologica di terrore a tutti i livelli. Paura diffusa, telefonate ai centralini delle forze dell’ordine, invocazioni mistiche e commenti preoccupatissimi sul sito del nostro quotidiano online. La Sicilia trema. Ma non si è trattato di scosse di particolare intensità. L’ultima è stata avvertita dai sismografi ieri mattina, alle 11.42, nella zona dei monti Nebrodi, nella zona di Furnari, Novara di Sicilia, Montalbano Elicona, Basicò, Falcone, Mazzarrà Sant’Andrea, Oliveri e Tripi. La magnitudo della scossa è di 3.0, il suo epicentro a un chilometro di profondità.

Prima di quella scossa, è stata invece rilevata attività sismica nell’Agrigentino. Due scosse in meno di quindici ore. Un terremoto di magnitudo 2.6  e’ stato registrato due sere fa intorno alle 00:21 nel Golfo di Gela. La zona interessata dal sisma è compresa fra Campobello di Licata (Ag), Ravanusa (Ag), Delia (Cl), Riesi (Cl), Sommatino (Cl). L’epicentro si trova ad una profondita’ di 9.9 chilometri. Nella stessa zona, una scossa era stata avvertita già alle 6.50 del mattino. In quel caso l’intensità è stata di 3 gradi Richter e l’epicentro è stato segnalato a 8,3 chilometri di profndità. Non si segnalano, in nessuno di questi casi, danni a cose o persone.

L’istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia rassicura: “Si tratta di una normale attività sismica. Non c’è nulla di cui preoccuparsi, né alcuna relazione col devastante terremoto dell’Abruzzo”. Rassicurazioni che non sono servite a molto. La gente ha paura. Il nostro quotidiano ha fatto da cassa di risonanza, basta leggere i commenti terrorizzati. E’ l’effetto Abruzzo, è il dna di un popolo che ricorda inconsapevolmente il Belice. E’ il terrore di vedersi precipitare in un nugolo di polvere senza scampo. Risvegliarsi. E trovarsi al cospetto di Berlusconi con l’elmetto da pompiere.


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