PALERMO – E’ attesa per oggi la pubblicazione del bando del maxi concorso della scuola. Assegnerà 11.542 cattedre in tutta Italia, di cui più di 9.000 concentrate nel meridione, in Puglia, Calabria e Sicilia. Per l’isola, il dato provvisorio è di circa 1.492 (da orizzontescuola.it).
Il concorso coprirà 7.351 posti per l’anno scolastico 2013-2014 e 4.191 per l’anno scolastico 2014-2015. Le cattedre saranno così suddivise: 3.500 cattedre nelle scuole primarie, 2.400 nelle superiori (soprattutto discipline umanistiche), 1.400 nella scuola dell’infanzia. Ci si potrà candidare per una sola regione. La presentazione della domanda dovrà avvenire esclusivamente on line entro 30 giorni dalla data di pubblicazione del bando di concorso. Secondo le indiscrezioni il concorso prevederà tre prove, come previsto dalla bozza diramata dal Miur.
Entro dicembre si svolgerà la preselezione: 50 quesiti a risposta multipla di logica, comprensione verbale, lingue straniere e informatica. A gennaio la seconda fase, cui potrà accedere chi avrà risposto positivamente a 40 quesiti su 50, consisterà in una prova scritta. Domande a risposta aperta, che prevederanno anche l’accertamento della conoscenza dell’inglese per i candidati alla scuola primaria. I candidati all’insegnamento delle materie scientifiche dovranno sostenere anche una prova di laboratorio.
La prova orale, che si svolgerà entro l’estate 2013, consisterà in un colloquio e in una vera e propria simulazione di lezione frontale. Avrà quindi come oggetto le discipline comprese nella classe di concorso. Mentre si attende il bando ufficiale continuano le proteste dei sindacati e dei precari, secondo i quali il concorso non creerà nuovi posti di lavoro, ma si limiterà ad assorbire solo una minima parte dei precari (gli “storici” sono circa 160.000 in tutta Italia), peraltro stravolgendo le graduatorie già esistenti.
“Le 1492 cattedre da assegnare in Sicilia possono sembrare una svolta positiva data la difficile situazione economica. In realtà sono una goccia in una mare di quasi 33.000 precari storici e dei tagli che il nostro sistema scolastico ha subito durante la precedente legislatura, fra i più gravi d’Italia”, dice Giorgia Listì, della federazione Cobas Palermo e insegnante precaria di latino e greco dal 2006, “di fatto si andrà semplicemente a ripristinare l’organico minimo così come previsto già dalla precedente riforma”.