Se tocchi Francuzzo (o Totò) | nella Sicilia dei cattivi lettori - Live Sicilia

Se tocchi Francuzzo (o Totò) | nella Sicilia dei cattivi lettori

Per fatto personale
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2 min di lettura

Grave patologia è il fanatismo negli uomini senza ingegno, né incanto di sorriso. Ci sono quelli che si sentono buoni. Poi ammazzano la nonna, perché passava l’aspirapolvere troppo forte, mentre loro si commuovevano, ascoltando “I vecchi” di Baglioni. Ci sono coloro che amano Franco Battiato (quorum ego). Taluni si reputano tolleranti, pacifici, buoni. Si credono i migliori frutti di una Sicilia alta. Poi, insultano chi la pensa altrimenti. Già, un giornalista con un’idea differente deve avere per forza un padrone. Siamo davanti alla purezza della cretinaggine, genericamente intesa. Se scrivi una critica a Battiato, sei di Berlusconi. Se scrivi un avverbio non ostile, ma neppure benevolo, su Cuffaro, analizzando i fatti, sei lombardiano. Se critichi Massimo Russo, sei cuffarista. Mi sono riletto e ho scoperto di essere tutte queste cose. Sono cuffariano e anti-cuffariano. Lombardiano e anti-lombardiano. Sono del Pd, però ho scritto commenti sul Pd da togliermi il saluto. E c’è sicuramente qualche lobby che mi finanzia. I rubli di mosca. Le escort del Bunga Bunga. In effetti, quest’anno, ho comprato una macchina a forma di macchina, dopo avere guidato una macchina a forma di rottame per secoli. Quale oscuro signore l’avrà pagata? Di chi sono il killer? Sospettare, sospettare, sospettare. C’è un pronto soccorso di rito non palermitano nei paraggi?

Cari lettori (alcuni, sono certo che siano una minoranza), blaterate tanto di stampa libera. E siete i primi servi della conformità obbligatoria. Siete schiavi dei vostri pregiudizi. Oltretutto, non sapete leggere. Non capite un tubo, saltuariamente. E affrontate il foglio cartaceo o virtuale, con l’ascia pronta. Con la matita blu, gongolando per gli errori. Siete i Mastro Titta, difensori del pensiero unico. Siete i boia del diverso parere. Nelle parole, vi raccontate scapigliati, impazienti di abbeverarvi alla fonte della complessità. Nei fatti, apparite pedissequi amatori del monolitico “tutto va bene”. E se una sfumatura vi punge, che fate? Vi incazzate. Ha bestemmiato! E avete le vostre faziosità, i vostri interessi, i vostri uffici stampa, le vostre meschinità che sono pari alla vostra nobiltà, all’atto di fede che vi spinge a sfogliare un giornale. Ma la colpa è sempre del cronista. E se qualcuno vi tocca il feticcio, insorgete, maledicendo il dovere civico dell’alterità. Lo stesso che vorreste difendere. In teoria. Non è una questione aperta per tutti?
Su Battiato, confermo quello che ho scritto: uno che ha cantato “Povera Patria”  ha già detto. Non ha certo bisogno di sparpagliere tra i giornali bagattelle promozionali che saranno scambiate per oro dai servi devoti. Da alcuni siciliani aristocratici che si specchiano superiori in riflessi appositamente costruiti, talvolta  per lignaggio di chiacchiera o presunzione di distintivo. E sono soltanto intolleranti al cospetto di una voce – fallibile, ispida e sincera – che non la racconta come vorrebbero loro.

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