Secondo giorno di stop |I netturbini in assemblea - Live Sicilia

Secondo giorno di stop |I netturbini in assemblea

Sale la temperatura tra gli operatori ecologici che minacciano proteste sempre più eclatanti. I rappresentanti sindacali parlano di una disperazione ormai incontenibile.

 

caos rifiuti
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PIEDIMONTE ETNEO – E’ sempre più alta la tensione tra i lavoratori dell’Aimeri Ambiente che anche oggi hanno interrotto il servizio di raccolta dei rifiuti nei 14 comuni della fascia ionico etnea proclamando, dopo lo sciopero di ieri, una giornata di assemblee. Gli operatori ecologici questa mattina si sono limitati a conferire in discarica i rifiuti accumulati sui camion da due giorni. E mentre nelle strade dei comuni ionici i cumuli di spazzatura non si contano più, da lunedì la situazione potrebbe precipitare ulteriormente. I netturbini minacciano infatti di bloccare strade o invadere i palazzi comunali se nessuno risponderà alle loro richieste di aiuto.

Anche nel cantiere di Piedimonte Etneo donne e uomini, in tuta da lavoro, hanno espresso tutta la loro disperazione per una situazione che giorno dopo giorno non sembra avere via d’uscita. “Questa volta non ci fermeremo – dice una giovane lavoratrice – fino a quando non arriverà lo stipendio. Stiamo chiedendo solo quello che ci spetta. Ogni mattina ci alziamo, lavoriamo sotto l’acqua e al freddo ma non possiamo più andare avanti così. Abbiamo una dignità, quella che loro vogliono farci perdere. Ma se la perderemo – aggiunge – lo faremo a modo nostro”. Vivere alla giornata non è più possibile tra la morsa del mutuo, delle bollette e di tutte le spese indispensabili. “Non abbiamo più ossigeno – racconta un altro lavoratore – Non ho più i soldi per pagare le medicine a mia moglie che è cardiopatica. Non so davvero come andare avanti”.

Al loro fianco i rappresentanti della Fit Cisl e della Cgil. “Questa sordità da parte dell’Aimeri Ambiente e della Joniambiente – dice Rosario Garozzo della Fit Cisl – è diventata preoccupante. Oggi è il 2 marzo e sono già maturati gli stipendi di gennaio e di febbraio ma non abbiamo nemmeno notizia del saldo di dicembre. I lavoratori sono molto esasperati – continua Garozzo – perché è già difficile sopportare un mese di ritardo, immaginate cosa possano significare tre mesi. Lunedì non sappiamo come fare ad evitare che i lavoratori organizzino manifestazioni più eclatanti”. “Come organizzazione sindacale – aggiunge Alfio Leonardi della Cgil – ci siamo spesi in questi mesi per cercare di capire da dove nascesse il problema. Adesso non ci interessa più sapere di chi sono le responsabilità. Vogliamo solo che i lavoratori abbiano lo stipendio perché queste persone che oggi stanno manifestando lavorano per quello e non perché questa occupazione li gratifichi. Se manca lo stipendio – conclude il sindacalista – si vedono strappata anche la dignità perché non hanno più i soldi nemmeno per portare il mangiare ai propri figli, per pagare le bollette e perfino per prendere un caffè al bar”.


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