“Senza legalità e cultura| non si vola lontano" - Live Sicilia

“Senza legalità e cultura| non si vola lontano”

Tra i presenti al dibattito il Governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta. “Presto il via ai project financing”.

SAC, L'isola che decolla
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CATANIA. Non esiste sviluppo senza legalità, cultura ed innovazione: concetti a prima impressione avulsi dalle questioni aeroportuali, ma in realtà fondamenta sulle quali deve reggersi qualsiasi progresso economico e sociale. Idee indubbiamente ambiziose che necessitano di un grande slancio specie sul piano sociale e intellettuale, ma possibili “se ognuno fa qualcosa” . Questi i temi discussi ieri sera in occasione dell’incontro organizzato dalla SAC “L’isola che decolla”, dibattito che ha visto la presenza del governatore della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, giunto a Catania per una breve visita. Tra gli altri ospiti illustri il Vicepresidente Nazionale di Confindustria, Ivanhoe Lo Bello; il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Catania, Giacomo Pignataro; il sindaco Enzo Bianco; l’Ad S.A.C, Gaetano Mancini insieme al presidente Sac, Salvatore Bonura. Un dibattito ricco, ancora una volta coordinato dal giornalista paternese Salvo Fallica e svoltosi nella prestigiosa sede del Palazzo dei Chierici.

Ironico e generoso nel suo intervento il governatore Crocetta, si è soffermato su molti argomenti: dal potere delle nuove mafie, ai nuovi programmi in serbo dalla sua giunta, passando ai paradossi di una regione meravigliosa, non risparmiando poi qualche boutade. “Inutile nascondere – ha detto – che i soldi pubblici finiscono davvero dappertutto e nei giri più impensabili: basti pensare allo scandalo della prostituzione a Palermo. Da sempre mi batto – ha continuato – per contrastare questo genere di cose, mi sono già beccato tante querele. Pazienza vorrà dire che ne riceverò qualcun’altra – ha esclamato”. Secondo Crocetta, inoltre, le cose andrebbero viste sotto una nuova luce. “Per valorizzare – ha aggiunto – non bisogna partire da una terra irreale, ma da tutto quello che c’è: siamo un’eccellenza nel settore agrumicolo, abbiamo un’infinita bellezza naturale e un patrimonio artistico culturale che ci invidia tutto il mondo. Per valorizzare queste risorse dobbiamo compiere un passo importante: cambiare le nostre sovrastrutture mentali, – ha sottolineato – puntando a creare una nuove realtà che, stavolta, a differenza del passato non si basino sull’assistenzialismo e sul clientelarismo”. E infine il governatore della Regione Sicilia, a proposito di settore privato, annuncia: “ Avvieremo presto i nuovi programmi di project financing, per consentire una crescita che non gravi sui fondi pubblici ma che al contrario coinvolga le imprese private – ha concluso”.

“Non è solo la politica ad essere debole ma l’intera società civile. Le responsabilità non sono da addossare unicamente alle istituzioni. Perché, senza un vero cambiamento culturale non andremo da nessuna parte”, sono state le parole del vicepresidente nazionale di Confindustria, Ivan Lo Bello, durante la sua analisi chiara e risoluta. “Tutti guardiamo – ha aggiunto – a un orizzonte di brevissimo termine, il che ci fa sfuggire la potenza dei cambiamenti in corso. La storia è fatta dai processi demografici. Significa che Europa e Mediterraneo saranno sempre più centrali. Ancora più centrale sarà la Sicilia, fisicamente cuore del Mare Nostrum. Serve quindi fare dell’Isola un luogo di grande innovazione”. In buona sostanza, per Lo Bello, è indispensabile comprendere le evoluzioni del nostro tempo per non rimanere indietro. “Il distretto Sud Est – ha detto ancora – va inteso come una reale esigenza, in cui non vi è concorrenza ma complementarità. L’aeroporto di Catania è più di un’infrastruttura che fornisce beni e servizi; è un grande volano per lo sviluppo del territorio. Occorre poi riconoscere l’attuale rivoluzione digitale come una grande trasformazione di carattere antropologico, che non ha precedenti e di cui ne siamo i protagonisti. Questa terra deve superare una volta per tutte i cliché – ha concluso Lo Bello – che la vogliono solo piena di precari e forestali”.

“Legalità , cultura e innovazione sono premesse indispensabili per il rilancio del territorio”. – ha detto invece Gaetano Mancini. Molte, secondo l’Ad Sac, sono le fonti di ricchezza ancora rimaste inespresse a discapito delle crescita del territorio. “Turismo agroalimentare, – ha spiegato – arte e bellezza sono tra le eccellenze da valorizzare. L’aeroporto di Catania è come un agente in termini di sviluppo in questo territorio, perché intreccia rapporti con gli altri paesi ma al contempo ne fruisce. La Sac – sottolinea – fa utili e li investe, ma tutti devono dare un contributo perché si costruisca una comunità matura, capace di riconoscere e arginare l’illegalità. E in cui ognuno di noi sia sentinella e fruitore della libertà stessa. Occorre – ribadisce – un vero e proprio cambiamento di mentalità. Perché, sia chiaro, non c’è vero sviluppo senza rispetto delle regole. Se non si comprende che il parcheggiatore abusivo – conclude Mancini – in realtà altro non è che un concorrente, non si può intraprendere un nuovo corso”.

Innovazione e legalità, dunque, non solo come feticcio ma come ingrediente fondamentale per la crescita. Crescita, naturalmente, che vede l’Università di Catania tra i suoi migliori alleati. “Perché lo sviluppo – ha affermato il rettore dell’Università di Catania, Pignataro – si costruisce su un capitale fisico, come le infrastrutture, ma anche su un capitale immateriale e sociale. Un capitale sociale che abbia come punto di riferimento un sano sistema di regole – conclude il rettore – basato sul senso civico”. Il sindaco Enzo Bianco: “Attorno al Mediterraneo sta avvenendo il più grande processo di trasmigrazione di massa mai visto nella storia – ha dichiarato Bianco – e ora più che mai la sfida è aprirsi, culturalmente, economicamente, socialmente. Non serve alzare barriere, ma riuscire a interpretare con orgoglio una identità”– ha concluso il sindaco. Il direttore della Società Aeroportuale di Catania, Bonura: “La Sac non può essere una entità economica fine a se stessa ma deve avere anche una funzione sociale. Non può limitarsi a generare valore per gli azionisti o ad aumentare il grado di connettività fra Catania e il mondo. Abbiamo il dovere di misuraci con le sfide del nostro tempo. Ed ecco, quindi, che tornano prepotentemente in campo cultura intendendo per cultura la ricerca, legalità e innovazione. Queste non possono essere assolutamente messe in contrapposizione con lo sviluppo, ma come risorsa strategica – ha concluso Bonura”.


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