Nuovo sequestro di un immobile abusivo a Palermo. Questa volta il nucleo tutela artistica della polizia municipale ha sequestrato la nuova ala del locale ‘da Calogero’, corrispondente al civico 26 di via Torre a Mondello. Precisazione doverosa questa, come spiega il titolare Nunzio Salvato: “I giornali hanno scritto che era stato sequestrato l’intero locale e che l’attività era stata sospesa di conseguenza. Notizia assolutamente falsa perchè i sigilli sono stati prima posti solamente in un’area di circa 50 metri quadrati, poi nell’intera ala”. Ed è stata proprio quella piccola fetta dell’immobile a destare l’attenzione della polizia municipale qualche mese fa.
“A novembre il nucleo tutela artistica aveva trovato delle irregolarità e aveva messo i sigilli isolando una piccola parte del locale, interrotta da un corridoio per il transito dei clienti, senza che questo compromettesse la continuazione dell’attività – ha spiegato Salvato – a febbraio invece la polizia municipale è tornata e, trovando i sigilli rotti, ha contestato il fatto al giudice che ha disposto il sequestro di tutto l’immobile”.
Motivazione che Salvato non condivide: “Se guardiamo quelli che loro chiamano sigilli, cioè delle semplici strisce di nastro rosse e bianche, possiamo notare che sono state certamente danneggiate dal passaggio delle persone in quel piccolo corridoio d’ingresso ma che sono anche state riannodate pur di renderle evidenti”. La vicenda ha però alle spalle un lungo excursus che è anche la base della contestazione che Salvato fa alle autorità: “Io ho esteso l’attività a questi nuovi locali circa un anno fa. L’immobile era stato chiuso e cementato agli inizi degli anni ottanta e nel ‘ 76 il proprietario, Salvatore Biondo, era stato riconosciuto da una sentenza della Cassazione pieno proprietario di tutto l’immobile, compresa quella parte. Ma non è finita – continua ancora Salvato – volendo fare le cose per bene, nel 1983 fu fatta una richiesta di sanatoria che ad oggi è ancora in sospeso. Più di questo, un cittadino cosa doveva fare?”.
L’unica certezza in questa storia è che “i 18 lavoratori dipendenti per quell’ala del locale, assunti con contratto a tempo indeterminato – come spiega Salvato – adesso si trovano sospesi senza alcuna certezza sul loro futuro”.