Da quasi 30 anni era considerato un “ecomostro” nel cuore di Cefalù. Un palazzo a sette piani rimasto incompiuto è stato ora sequestrato in un’operazione congiunta del commissariato di polizia, diretto da Manfredi Borsellino, e dei vigili urbani al comando di Stefano Blasco. L’intervento è stato motivato dai risultati di sopralluoghi recenti e da una relazione della Sovrintendenza ai Beni culturali e ambientali di Palermo. Il palazzo era diventato infatti una struttura con pericolo di crolli e una discarica a cielo aperto nel centro storico della cittadina normanna. Era quindi un monumento al “degrado urbano dovuto a forme incontrollate di discarica, vegetazione spontanea e deperimento delle opere di cantiere”. Questo dicono, nelle loro relazioni, i vigili e la polizia di Stato. E spiegano:”L’alterazione della morfologia del terreno può provocare danni alle limitrofe proprietà nell’eventualità di fenomeni di cedimento dei soprastanti terreni”. Un rapporto è stato presentato alla Procura della Repubblica di Termini Imerese. Il proprietario dell’immobile è stato denunciato per “omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina”.
Il complesso sequestrato per ordine del gip del tribunale di Termini Imerese è conosciuto come “area Micciché”. La proprietà è divisa tra i componenti della famiglia che nel 1982 ha ottenuto dal Comune una licenza per la costruzione di un imponente edificio in una zona all’ingresso del centro storico della città. Dopo varie vicende, che hanno avuto anche vari passaggi giudiziari, i lavori si sono fermati nel 2001. E da allora è cominciato il degrado dell’area e della struttura realizzata. Il gip ha nominato custode giudiziario dell’immobile il comandante dei vigili Stefano Blasco.
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