“Il governo giallorosso non rispetta i risultati elettorali, il voto della gente. Ora il centrodestra anche in Sicilia lavori per restare unito. Noi di Diventerà Bellissima saremo il collante”. L’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza è uno dei fondatori del movimento del governatore Musumeci. E da quella postazione a metà strada tra la politica e l’amministrazione, indica anche il futuro di Diventerà bellissima, ora che a Roma c’è un governo nuovo, rappresentato da chi è oggi opposizione in Sicilia.
Intanto, assessore, la preoccupa la nascita del governo M5s-Pd?
“Quello che mi preoccupa è il fatto che l’ultimo presidente del Consiglio indicato dal Capo dello Stato in seguito all’espressione della volontà popolare sia stato Silvio Berlusconi. Sono passati un po’ di anni…”.
Insomma, anche lei pensa che si dovesse andare al voto.
“Io dico solo che questo governo non tiene conto sia del risultato delle politiche, sia delle elezioni che sono seguite. Nel 2018 c’era una coalizione che aveva ottenuto il maggior numero di voti. Ma purtroppo non è stato possibile governare a causa di una legge elettorale, il Rosatellum, che guarda caso porta il nome di un esponente del Pd che potrebbe entrare presto nell’elenco dei ministri del Conte bis”.
A dire il vero, quella coalizione allora si sfaldò: Salvini abbandonò Berlusconi e andò a governare anche senza la Meloni…
“Salvini però assicurò che nel contratto di governo avrebbero trovato posto le istanze e i progetti di tutto il centrodestra. E così è stato. Non a caso Forza Italia e Fdi hanno approvato diverse iniziative del governo”.
E adesso, fuori anche Salvini e la Lega…
“… il paradosso è proprio questo. Oggi, se si fosse andato a votare ci sarebbe una coalizione di centrodestra che avrebbe vinto e governato per cinque anni. E del resto, dal 2018 in poi ha vinto in Sicilia, ha vinto nelle altre Regioni, alle amministrative e alle europee…”.
In realtà nel centrodestra ora si discute anche sull’identikit della coalizione: a trazione leghista, quindi di una destra nazionalista e populista, o di ispirazione moderata e liberale, come propone Forza Italia?
“Credo che il centrodestra, al di là di quello che si dice, è sempre unito. E un chiaro esempio è proprio la coalizione che governa in Sicilia che è il frutto della visione del presidente Musumeci: una coalizione coesa, cioè, nella quale ciascuna forza che la compone rappresenta la propria storia e il proprio progetto. Forza Italia e la Lega, insomma, potranno pensarla diversamente sulle politiche della Merkel, ma su temi importanti come quelli della famiglia o dell’economia, ad esempio, sono e resteranno sempre in sintonia”.
In questa coalizione che ruolo recita il movimento Diventerà Bellissima?
“Noi siamo coerenti. E Musumeci ha dimostrato di essere un politico lungimirante. Ci siamo dati un assetto territoriale e il perimetro del nostro impegno politico coincide col successo dell’esperienza di governo. Noi siamo il collante della coalizione e il motore delle cose fatte in Sicilia”.
Possibile che il movimento non abbia progetti che vadano oltre il confine siciliano?
“Io ho una mia idea: all’interno del centrodestra manca oggi chi rappresenti in maniera autorevole il Sud. I Cinquestelle pensano al Sud come al luogo dell’assistenzialismo senza lavoro. Il Pd quando ha governato ha dimostrato di nutrire poco interesse. Noi lavoriamo perché si superi l’immagine di un Sud piagnone, aprendo l’azione politica a una nuova classe dirigente. Noi vogliamo dimostrare che nella Regione più difficile d’Italia siamo riusciti a compiere una inversione di tendenza. E già qualcosa inizia a vedersi dalla Sanità ai cantieri, fino ai rifiuti e agli investimenti nel contrasto al dissesto idrogeologico. Anche se qualcuno pensa si tratti solo di amministrazione e non di politica”.
In effetti sembra proprio così…
“Noi ci stiamo impegnando per risollevare la Sicilia. E lo stesso presidente Musumeci ha spiegato che i frutti si verranno dopo tre anni. Noi non siamo neanche a due anni e già si vede qualcosa”.
In realtà i numeri dell’economia siciliana non sono proprio incoraggianti.
“I dati non incoraggianti non tengono conto proprio di quello: del punto di partenza. Abbiamo ereditato una Sicilia messa male”.
Tornando al vostro progetto politico: non vorrete mica fare nascere un nuovo Mpa? Qualcuno con l’autonomismo ci ha già provato, e non è che per la Sicilia sia cambiato granché.
“No, noi abbiamo il nostro progetto, che è quello di mettere insieme le forze territoriali e anche molti amministratori locali. Unire, cioè, quanto di buono c’è in questa classe politica. Rappresentarne un punto di riferimento”.
Intanto, lei crede che con la nascita del nuovo governo a Roma possa cambiare qualcosa all’Ars? O nei rapporti con Palazzo Chigi?
“No, non credo. Pd e Movimento cinque stelle dal primo giorno fanno opposizione, continueranno a farla. Quanto ai rapporti col governo nazionale, mi rifaccio alle parole del premier Conte, che ha fatto riferimento, nei giorni della crisi, al principio della leale collaborazione. Posso pensare che lui non rispetterà questo principio nel rapporto tra istituzioni? Tra Stato e Regione? Del resto, noi avevamo avuto ottimi rapporti istituzionali con Gentiloni, ma anche con esponenti del governo in quota Cinquestelle, come il ministro per il Sud Barbara Lezzi”.
Le chiedevo dell’Ars, dove è nato il gruppo “Ora Sicilia”. Si dice che l’ispiratore sia stato lei.
“Io mi occupo di fare l’assessore alla Salute. Per il resto, si dicono tante cose… non tutte rappresentano la verità”.
A proposito di governo, invece: sostituirete il compianto assessore Tusa? E se sì, quando?
“A questo sta lavorando personalmente il presidente Musumeci. Che intanto, da assessore ad interim sta facendo molte cose buone. Penso alla riorganizzazione dei Beni culturali: è stata complicata, ma ha portato delle importanti novità.”.
Tempo fa si parlò anche di un possibile rimpasto, richiesto pure da qualche alleato di governo. Lei è contento di guidare l’assessorato alla Salute? Sarebbe pronto a cambiare delega, se glielo chiedessero?
“Io sto lavorando e non penso ad altro. La guida di questo assessorato era una delle più grandi responsabilità di questo governo. Spero solo, alla fine di questo percorso quinquennale, di avere contribuito a risollevare le sorti della Sanità”.