Settimana Santa di Caltanissetta 2023 Per la prima volta nel calendario “Grandi Eventi” della Regione Sicilia.

Settimana Santa di Caltanissetta 2023 Per la prima volta nel calendario “Grandi Eventi” della Regione Sicilia.

I riti della Passione, che si svolgeranno dal 2 al 7 aprile, saranno anticipati e accompagnati da incontri culturali, mostre ed eventi di teatro e musica
SETTIMANA SANTA
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CALTANISSETTA – La profonda spiritualità ma anche la sofferenza atavica del popolo siciliano – e per ferite storiche e per condizione esistenziale – esplodono nella plastica drammaticità della Settimana Santa di Caltanissetta, che nelle pieghe delle sue processioni conserva i retaggi della tragedia classica, si veste delle “laude” medioevali, per confluire nel dolore cristiano aperto alla speranza messianica della Resurrezione.

Sarà così pure per i riti pasquali del 2023, come si ripete da secoli, esaltando un evento che per solennità e contenuti ha meritato di imporsi all’attenzione mondiale. E, a partire da quest’anno, per la prima volta, è inserita nel calendario dei Grandi Eventi della Regione Sicilia. Stamattina la presentazione del programma a Palazzo del Carmine, sede del municipio, alla quale sono intervenuti il sindaco Roberto Gambino, l’assessore comunale alla Cultura Marcella Natale, Don Onofrio Castelli, vicario del Vescovo, l’assessore comunale al Centro storico Ettore Garozzo, la soprintendente ai Beni Culturali di Caltanissetta Daniela Vullo, la presidente della Sac Aeroporti Catania e Comiso Giovanna Candura, ha moderato la giornalista Caterina Andò.

Ricco e articolato il calendario degli eventi che si terranno nel capoluogo nisseno, una delle 18 città inserite nella Rete Europea per le Celebrazioni della Settimana Santa e della Pasqua (European network of Holy Week and Easter Celebrations) che annovera Italia, Spagna, Portogallo, Malta e Slovenia, il cui obiettivo è il riconoscimento da parte del Consiglio d’Europa dei riti legati alla Settimana Santa come Itinerario Culturale Europeo. Caltanissetta è al contempo il Comune capofila dell’associazione “Europassione per l’Italia” che promuove la salvaguardia, la valorizzazione e la promozione del teatro e dei riti della Settimana Santa, inclusi i patrimoni culturali materiali e immateriali connessi. Una tappa importante verso l’auspicato riconoscimento Unesco.

Inoltre, per implementare la collaborazione già proficua con la Spagna, Giovedì 6 aprile, alle ore 11:00, nella Sala Gialla di Palazzo del Carmine il sindaco Roberto Gambino, assessore Comunale alla Cultura Marcella Natale, il sovrintendente ai Beni Culturali Daniela Vullo e i presidenti delle Associazioni cittadine della Settimana Santa incontreranno don Javier Vidal Albarran, presidente della Junta Pro- Semana Santa en España di Valladolid, e don Antonio Bonet Salamanca, professore di Storia dell’arte e direttore della rivista nazionale spagnola “Pasos de Arte y Cultura”, i quali presenteranno un progetto per la creazione di un museo della Rete del “Museo Internacional de Semana Santa” a Caltanissetta.

La patria di Rosso di San Secondo, quella che è stata la capitale assoluta dello zolfo e definita da Sciascia “la piccola Atene”, detiene altresì il vessillo di rappresentare la Sicilia e l’Italia con una tradizione che più di altre si articola in “sema” e significati travalicanti l’ambito liturgico per abbracciare quello storico, artistico ed etnoantropologico. Non si può infatti compenetrare il misticismo nisseno senza tenere conto degli elementi su cui si fonda: ovvero gli accadimenti che hanno segnato la storia della Real Maestranza; l’ancestrale rapporto con la natura “madre” che intrattengono i fogliamari (raccoglitori di erbe), gli stessi  che rinvennero in modo miracoloso il Cristo nero, “Signore della Città”; e ancora l’innata espressività drammatica degli artisti locali che trova forma nei piccoli gruppi sacri delle “Varicedde”, o le suggestioni provenienti dalla comune cultura spagnola, tanto evidenti  nei napoletani Francesco Vincenzo Biangardi, autori delle 16 monumentali e struggenti “Vare”, ispirate alla Via Crucis, con l’aggiunta dell’Addolorata e della Sacra Urna.

La città si inserisce dunque a pieno titolo fra le mete più importanti che delineano il segmento del cosiddetto turismo delle “radici”, impegnato cioè nella valorizzazione delle tradizioni quali veicolo di sviluppo strettamente connesso alla difesa delle peculiarità territoriali. Così la sua Settimana Santa, se ha contribuito a internazionalizzare le potenzialità del comprensorio, ha preservato le connotazioni acquisite nel tempo. I riti della Passione si svolgeranno dal 2 al 9 aprile. E saranno anticipati e accompagnati da incontri culturali, mostre ed eventi di teatro e musica.

I riti della Passione

Il sipario si alzerà nel tardo pomeriggio della Domenica delle Palme sulla processione di Gesù Nazareno. Essa, nella sua forma attuale, risale alla fine dell’Ottocento, ma è antica di almeno 400 anni e si rifà alla Congregazione della Santa Vergine Bambina che trasportava “u sepulcru di sciuri” su cui era depositato il corpo di Cristo. La sensibilità ottocentesca ritenne più opportuno, trattandosi del giorno in cui il Salvatore entra trionfante a Gerusalemme, esporre un Gesù benedicente, chiamato il “Nazareno”. Rimangono i fiori freschi raccolti il giorno precedente che addobbano il trono. Il Lunedì Santo prevede la rappresentazione in cattedrale dell’Ultima Cena. Il Martedì Santo è la volta della “scinnenza”, scandita da momenti di grande pathos nel pretorio con la flagellazione, la via Crucis per le vie cittadine fino al Golgota. 

Il Mercoledì Santo è riservato alla processione della Real Maestranza, emblema e sintesi dei risvolti storici che hanno segnato la città. La “Maestranza” si costituì in epoca spagnola per arginare il pericolo delle incursioni saracene. Ha incarnato la vocazione militare e religiosa. Nel 1806 Ferdinando di Borbone, in visita alla città, le attribuì il titolo di “Real Maestranza”. Nel 1848, però, i suoi militi parteciparono ai moti rivoluzionari contro i Borboni: da allora fu proibito l’uso delle armi, che vennero sostituite in processione dai ceri. I circa 400 artigiani sfilano in smoking con guanti e cravattini neri. Ancora oggi il Capitano, con abito di foggia settecentesca, riceve dal sindaco le chiavi della città, rievocazione simbolica dell’antico prestigio e potere. Al tramonto, entrano in scena le “Varicedde”, 19 piccoli gruppi che non sono una copia minore delle “Vare”, ma possiedono una loro autonomia artistica. Restano esposti nell’atrio del Palazzo Municipale per essere ammirati da fedeli e visitatori.

Il Giovedì Santo offre lo scenario alle sedici “Vare” ispirate ai misteri pasquali e alle stazioni della via Crucis, addobbate con fiori e frutta dalle congregazioni che le hanno in custodia. Furono commissionate dalle diverse corporazioni ai partenopei Francesco e Vincenzo Biangardi che le realizzarono in legno e cartapesta. Primo “mistero” del corteo è “l’Ultima Cena”, il gruppo più pesante, commissionato da panettieri e fornai nel 1885, in cui i 13 personaggi sono disposti secondo il topos inaugurato da Leonardo da Vinci. Gli sguardi dei protagonisti, Gesù e Giuda, esprimono rispettivamente la vittoria e la caduta che ha loro riservato la Storia. Vale la pena di ricordare che “L’Ultima Cena” è stata esposta all’Expo di Milano nel 2015 e all’aeroporto di Roma “Leonardo da Vinci” nel 2022. Secondo momento è “L’Orazione nell’Orto”, eseguita su richiesta della corporazione dei pastai, con il carico di disperazione e conforto rappresentato dal calice portato dall’angelo a Gesù. Quindi “La Cattura” e il famigerato bacio di Giuda, su commissione degli ortolani. Nel “Sinedrio”, realizzato su volontà degli zolfatai, si legge il rapporto schiacciante del potente Caifa su Gesù uomo. “La Flagellazione”, cruda e realistica, è su commissione degli zolfatai di Juncio-Gessolungo. Con “Ecce Homo” osserviamo un Gesù umiliato davanti alla folla che sceglierà Barabba. “La Condanna”, per volontà della miniera Trabonella, esprime il disgusto per l’ignavia di Pilato nei confronti del Salvatore. “La Prima Caduta”, commissionata dalla Confraternita di Santa Lucia, è un gruppo con tre personaggi. Nel “Cireneo”, creato su desiderio dei gessai, il volto di Gesù esprime il vago sollievo e la gratitudine nei confronti del contadino Simone. “La Veronica”, primo gruppo realizzato dai Biangardi, su commissione della miniera Juncio-Gessolungo, rivela il volto del Cristo sul velo con cui la donna gli asciuga il sangue. Il “Crocifisso”, su commissione dei macellai, è uno dei “misteri” più drammatici: Gesù colto nel momento dell’abbandono, la Vergine in quello della disperazione. “La Deposizione”, consumata la necessità del sacrificio, ci svela sentimenti e movimenti nuovi dei personaggi, dolci e rispettosi del corpo di Cristo; fu voluta dagli zolfatai. Nella “Pietà”, su richiesta dei borghesi, colpisce lo sguardo smarrito e inconsolabile della Vergine. Nella “Traslazione”, commissionata dai maestri muratori, il corpo martoriato del Nazareno è preparato per la sepoltura.

 La “Sacra Urna”, voluta da clero e civili, custodisce il corpo deposto del Crocifisso in uno scrigno prezioso realizzato con intarsi d’oro e cristalli di Boemia. “L’Addolorata” chiude la processione del Giovedì Santo: un incendio agli inizi del secolo la compromise e distrusse l’angelo e i simboli che l’accompagnavano. Oggi appare straziata in un desolante e solitario dolore.

Con il Venerdì Santo irrompe nel “dramma” nisseno il “Signore della Città”, miracolosamente ritrovato dai fogliamari. Poveri e generosi, a loro fu affidato il culto della statua. Oggi coloro che portano il simulacro, ritenuto taumaturgico, appartengono ad ogni ceto sociale, indossano ancora una tunica viola da penitenti e sfilano a piedi scalzi. “Ladano” il Signore intonando le commoventi e commosse “ladate” vernacolari. L’etimologia latina “tradisce” un passato millenario attraversato con sacrificio e solidità di valori. Leitmotiv del giorno più triste per la cristianità il grido: “Viva la misericordia di Diu”. Con il pontificale solenne del vescovo a Pasqua cala il sipario sulla Settimana Santa che si chiude con la restituzione delle chiavi al sindaco. Il Capitano rimarrà in carica fino al Mercoledì Santo successivo, nomina allegorica pregna di religiosità, storia e tradizione, a ricordo di un passato che getta luce e speranza sul presente.

«I riti della Passione – ha sottolineato il sindaco Roberto Gambino – sono tornati con solennità per le strade della città con la ripartenza del 2022 e l’allentarsi della pandemia. La Settimana Santa era mancata ai nostri concittadini e ai tanti turisti che la attendono come appuntamento di straordinario rilievo. A confermarlo, giovedì 6,  la presenza del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, del vicepresidente vicario Nuccio Di Paola, del direttore della Fondazione Federico II Patrizia Monterosso. L’amministrazione comunale, quest’anno, ha incrementato gli sforzi e continuerà a farlo per dare alle nostre tradizioni il giusto rilievo che meritano nel contesto culturale e turistico italiano e mondiale».

«L’intento dell’Amministrazione quest’anno – ha evidenziato l’assessore alla Cultura del Comune Marcella Natale – è quello di far conoscere la Settimana Santa oltre i confini cittadini. Grazie alla Rete europea di cui fa parte, la Settimana Santa può essere uno straordinario appuntamento religioso e culturale non solo per i siciliani: dispiegando una strategica azione promozionale vogliamo veicolare alle città europee che conoscono la rete il messaggio di stratificazione culturale maturato nell’entroterra isolano che trova espressione nel linguaggio dei riti pasquali nisseni, la cui portata va ben oltre il significato liturgico per sconfinare in quello antropologico».

«Dopo la pandemia, attendiamo una affluenza significativa di fedeli e di visitatori – ha commentato l’assessore al Turismo e allo Sviluppo economico Grazia Giammusso –perché siamo consapevoli delle potenzialità della Settimana Santa come motore di sviluppo a tutti i livelli».

«La Settimana Santa – ha dichiarato l’assessore al Centro storico Ettore Garozzo – rappresenta sicuramente il momento più importante per il centro storico nisseno. pronto a trasformarsi da luogo bistrattato e poco frequentato a palcoscenico per i riti religiosi che attorno ad essa si sviluppano. Il cuore della città sarà apprezzato per la sua bellezza architettonica e per la calorosa accoglienza che saprà offrire a tutti coloro i quali, nisseni e non, verranno a partecipare numerosi alle processioni che costituiscono il fulcro della nostro precedere la Pasqua cristiana”.

“Le nostre manifestazioni – ha dichiarato don Onofrio Castelli, vicario della diocesi – comunicano una religiosità che è del popolo e in cui il popolo si riconosce. Intorno ai riti pasquali si ritrova l’identità della comunità nissena che con ladate e preghiere ringrazia la misericordia di Dio”

Nell’ambito della sinergia instaurata fra l’assessorato comunale alla Cultura e la “Sac- Società aeroporti di Catania e Comiso”, le suggestive immagini della Settimana Santa, realizzate da Roberto Gallà, saranno trasmesse in quattro monitor con traduzioni in diverse lingue, accolgono i turisti che sbarcano all’aeroporto di Catania.

«Rientra fra i nostri obiettivi prioritari – ha commentato Giovanna Candura, presidente della Sac – promuovere le realtà affascinanti della Sicilia interna con il loro carico di tradizione e folklore. Fontanarossa vuole essere la porta verso aree tutte da esplorare e la valorizzazione della Settimana Santa di Caltanissetta risponde a tale esigenza. I viaggiatori che transitano dall’aeroporto etneo si lasceranno senz’altro coinvolgere dalle proiezioni che raccontano i riti della Pasqua, il nostro scopo è convincere visitatori e turisti ad ammirarli e a conoscere i luoghi che li accolgono».

Incontri e iniziative culturali, mostre ed eventi di teatro e musica

L’assessorato alla Cultura ha promosso altresì una ricca serie di appuntamenti, per contestualizzare con il variegato linguaggio delle arti – viva espressione del presente – la tradizione secolare della Settimana Santa.

Il percorso “Storia, arte e fede” parte a Palazzo Moncada con una serie di incontri: il 23 marzo, alle ore19:00, “La Passione di Gesù raccontata dal Canonico Pulci”, a cura di don Rino dello Spedale Alongi; il 28 marzo, alle ore 18:00, “I Biangardi nella scultura devozionale dell’Ottocento” con lo scultore Calogero Barba e l’architetto Daniela Vullo, soprintendente ai Beni culturali di Caltanissetta; il 31 marzo, alle ore 18:00, “Tornino i volti: tra pietà popolare e folklorizzazione”, a cura di don Massimo Naro. Si continua sabato 1 aprile, alle ore 20:00, al Teatro Rosso di San Secondo, con la proiezione del docufilm “U Cristu Truvatu”, con la regia di Tony Gangitano.

Giovedì 6 aprile alle ore 16:30 appuntamento alla Chiesa di Santa Flavia, a cura dell’Associazione Alchimia, per una passeggiata culturale intitolata “Passio picta”, condotta dall’architetto Giuseppe Giugno.

Si è ritenuto opportuno anche realizzare la pubblicazione di una brochure cartacea sulla Settimana Santa, curata nel testo dalla storica Rosanna Zaffuto Rovello, per fornire uno strumento di consultazione ai visitatori non social.

In collaborazione con il Museo Diocesano, il 27 aprile, alle ore 20:30, al Teatro Regina Margherita, “Conversazione tra parole e musica su Durer” con le storiche dell’arte Emanuela Pulvirenti e Aurelia Speziale, con la partecipazione del Conservatorio Statale di Musica “V. Bellini”.

Particolarmente nutrita la sezione dedicata alle arti figurative in prestigiosi spazi espositivi. Dal 18 marzo al 22 aprile, a Palazzo Moncada, sarà allestita la mostra di arte contemporanea. “La Scuola di Caltanissetta – Oltre lo spazio della Scrittura tra immagine e tecnologia”. Il progetto, elaborato dal gruppo per la nuova ala del palazzo, nasce dall’esigenza di far conoscere al territorio la significativa presenza di alcune figure che da anni promuovono mostre di ricerca e sperimentazione dei sette artisti siciliani che compongono quella che è conosciuta come la “Scuola di Caltanissetta”, attiva fin dagli anni Settanta. Calogero Barba, Lillo Giuliana, Michele Lambo, Giuseppina Riggi, Salvatore Salamone, Franco Spena, e Agostino Tulumello.

Dal 23 marzo, al Museo d’Arte Contemporanea, ex rifugio antiaereo, si terrà la mostra sulla Settimana Santa di Caltanissetta a cura del presidente della Proloco Luca Miccichè, che si occupa anche del sito www.lasettimanasantacl.it, e con la partecipazione di tutte le associazioni.

Dal 25 marzo al 13 aprile Palazzo Moncada ospiterà “Oltre la paura”, collettiva d’arte contemporanea di Anna Giannone, Alberto Antonio Foresta, Carlo Sillitti, Fausta Caldarella, Floriana Rampanti, Lorenzo Ciulla, Michelangelo Lacagnina, Venera Alaimo, Ivana Urso. Come un passaggio dalla sofferenza della Quaresima alla Risurrezione, le loro opere mostrano una strada fatta di emozioni nuove per costruire un futuro di armonia con il pianeta, superare la crisi pandemica e le minacce belliche. In occasione dell’inaugurazione sarà presentato il libro “Come fosse un fiore” di Anna Giannone, una raccolta di acquerelli dipinti dall’autrice ogni giorno, dal lockdown all’inizio della guerra in Ucraina. Infine dall’1 al 9 aprile, nella sala infopoint della Proloco, a Palazzo del Carmine, si potrà visitare la “Mostra dei Diorami Pasquali”, proposta dall’associazione presepisti nisseni.

Pure il teatro invera il rapporto simbiotico della città con i riti pasquali: il 17 marzo, alle ore 20:30, nella Sala espositiva delle “Vare”, in via Napoleone Colajanni, si rappresenta la pièce “I maestri delle Vare, Francesco e Vincenzo Biangardi” con Salvina Fama e Mario Sorbello; il 28 marzo alle 20.30 al Teatro Regina Margherita sarà la volta di “A Vara Nova”, di Francesco Miceli, commedia musicale sacra, a cura del Teatro Stabile Nisseno, ancora un omaggio ai Biangardi e alla loro eredità; il 6 e l’8 aprile, a Palazzo Moncada, “Le vie della Passione”, di Antonello Capodici, percorso drammatizzato che consentirà “l’incontro” con personaggi nisseni storici legati alle processioni e ai riti della Settimana Santa. Sono previste quattro recite giornaliere, con gruppi di venticinque persone, alle ore: 17; 18:30; 20 e 21:30. Recitano: Liborio Natali, Alessandra Falci, Michele Privitera e lo stesso Antonello Capodici.

Intenso il programma musicale: il 17 marzo, nel Santuario Signore della Città, alle ore 19:15, Giovanna Caruana eseguirà “Il pianto di Maria”; il 18 marzo, nella chiesa di Sant’Agata, alle ore 20:00, concerto in onore di Gesù Nazareno con la corale polifonica “Rocco Chinnici”, il Joy’s chorus e la direzione del maestro Raimondo Capizzi della Giovane Orchestra Sicula; il 18 marzo, alle 20.30, nella Sala Espositiva delle “Vare”, il corpo bandistico “Sicilia in musica” eseguirà “Passione per la Passione”; il 26 marzo, alle ore 20, nella Cattedrale di Santa Maria La Nova, il concerto “Composizioni funebri per banda” con il corpo bandistico “S. Albicocco” e alcuni passi dedicati ai Caruso di miniera recitati dagli allievi di Aldo Rape’; il 31 marzo, nel Santuario Signore della Città, alle ore 19:15, “Fulget Crucis Mysterium”, con il corpo bandistico musicale “San Pio X”; il primo aprile, alle ore 18:30, nell’Atrio Palazzo del Carmine, la “Rassegna musicale di marce funebri”, con il corpo bandistico “Sicilia in Musica”.

La Settimana Santa per i più piccoli

Il primo aprile, alle ore 10:00, a Palazzo Moncada (nei locali dell’ex ufficio tributi) si svolgerà il laboratorio “Tecniche della scultura nelle “Vare” processionali dei Biangardi”, tenuto dallo scultore Calogero Barba in collaborazione con Giuseppina Riggi.

Martedì 4 aprile, alle ore 10:30, nell’Aula Consiliare di Palazzo del Carmine, l’incontro “La Settimana Santa spiegata ai bambini” con la professoressa Laura Zurli, dirigente scolastico dell’IIS “S. Mottura”. Giovedì 6 aprile, alle ore 11:00, nella Cattedrale di Santa Maria La Nova, visita guidata alle “Varicedde” per i bambini.

Agli alunni delle Scuole Secondarie di Secondo Grado è inoltre riservato il Concorso fotografico “La Settimana Santa a Caltanissetta: il rapporto tra i giovani e le tradizioni popolari e religiose”, ideato da Attilio Scimone e proposto dall’Associazione culturale Fotonauti, con il patrocinio di Comune – Pro Loco di Caltanissetta. Il concorso intende indagare quale sia la visione dei giovani e il loro rapporto con i riti religiosi. Come vedono la Settimana Santa? Il linguaggio attraverso il quale si chiede ai ragazzi di rispondere a tale quesito è quello fotografico, il più vicino al loro mondo. I partecipanti dovranno produrre una serie fotografica, a colori o in bianco e nero, scattata durante la Settimana Santa ed avente come oggetto i riti devozionali, rivisitati secondo una propria visione personale artistica. Il reportage dovrà rappresentare, il più possibile, un viaggio compiuto tra gli antichi riti ma calato nella contemporaneità con cui le manifestazioni vengono oggi vissute e per la sua realizzazione potrà essere utilizzato qualsiasi tipo di fotocamera compresa quella degli smartphone; sarà, quindi, importante far emergere più il lato narrativo e creativo che non quello tecnico.

Riflessione, devozione e festa si fondono così in un abbraccio collettivo. Per una lunga Settimana, cui farà da corona un ricco ventaglio di iniziative, il cuore di Caltanissetta pulserà al ritmo di processioni, incontri, rappresentazioni, teatro e musica, “ladate” e liturgie antiche, ricapitolando una storia secolare il cui interesse culturale è più che mai attuale e riconosciuto in ambito globale.


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