CATANIA – Sfila il corteo contro la Nato. Le vie del centro, blindate da due giorni in occasione dell’assemblea, si tingono dei colori delle bandiere di Rifondazione Comunista, dei No Muos, del popolo curdo, del volto di Ocalan, della Palestina e dell’arcobaleno della pace. E’ un’altra città quella scesa in piazza, oggi pomeriggio, per protestare contro il vertice che ha animato Palazzo degli Elefanti negli ultimi due giorni. Nelle stesse ore in cui i parlamentari lasciano l’assise i manifestanti fanno sentire la loro voce. “La Nato uccide”, recita lo striscione che apre il corteo. Il serpentone parte dalla villa Bellini e attraversa la via Etnea.
I militanti scandiscono slogan contro la chiusura delle frontiere e le politiche guerrafondaie. A turno gli esponenti delle varie sigle (la Rete Antirazzista Catanese, il Comitato NoMuos/NoSigonella, i Cobas della Scuola, Officina Rebelde, La Città Felice, l’Unione degli Studenti, la Lila, Catania Bene Comune, Rifondazione Comunista, Giovane Rivoluzione, Azione Civile, l’ Anpi e L’Altra Europa) si alternano al megafono. Gli interventi riguardano soprattutto il ricordo dell’ ”ecatombe” di Lampedusa. Tante le domande aperte, poche ed “errate” le risposte date dall’assemblea della Nato. “Nel giorno dell’anniversario della drammatica strage di Lampedusa, Catania con la solita operazione di marketing, usuale per il governo di questa città, ospita un vertice Nato, strumento di guerra nelle mani dei governi che hanno messo in campo politiche di massacro sociale ed espansione finanziaria causando i disastri che sono sotto gli occhi di tutti”, dice il segretario di Rifondazione Comunista Pier Paolo Montalto. “Siamo qui per dire che vogliamo sostituire le politiche di guerra della Nato con politiche di solidarietà, accoglienza e benessere sociale per tutti”.
Al dissenso storico rispetto al ruolo della Nato si somma quello per le parole ascoltate durante il vertice. “Mi ha fatto impressione sentire da Laura Boldrini la richiesta di aprire nei paesi del Mediterraneo la sede di Frontex”, prosegue Montalto avanzando una proposta alternativa. “Bisogna sostituire l’idea di un’Europa che si difende da chi scappa da fame e guerre (le stesse che la Nato mette in campo) con quella di un’Europa che si fa carico di una parte del mondo che non può più rimanere sotto i bombardamenti e in situazioni di povertà estrema”. L’idea centrale è quella di mutare il paradigma dominante. “Vogliamo che il Mediterraneo sia un luogo di incontro tra culture e popoli e non un cimitero a cielo aperto”, afferma il segretario di Rifondazione.