PALERMO – L’improvvisa quiete, dopo la tempesta degli ultimi giorni. Pace fatta tra il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci e l’assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi: “Si è trattato di un equivoco dovuto a una interruzione nella comunicazione. Ho sentito Musumeci – spiega Sgarbi – che dopo aver letto l’articolo pubblicato sul Corriere della sera si è detto dispiaciuto delle mie parole e delle nostre incomprensioni”. L’assessore c’era andato giù pesante quando, a Palazzo dei Normanni, mentre visitava la mostra “Sicilië pittura fiamminga”, aveva annunciato ai cronisti le sue dimissioni concordate, con il presidente dell’Assemblea regionale siciliana e commissario regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè, e consegnate al suo capo di gabinetto, Sergio Gelardi.
Il motivo, stando alle parole dell’assessore, era legato al mancato rispetto di un patto tra galantuomini, stretto tra Sgarbi e Musumeci sotto l’egida di Silvio Berlusconi: “Ogni rapporto umano e politico con il presidente ostaggio del M5S è interrotto definitivamente, non ho intenzione di parlare con lui dopo che non ha risposto ai numerosi messaggi che gli ho inviato. È una scortesia istituzionale”. La sua maleducazione resterà nella mia memoria”. Aveva tuonato il critico d’arte.
E l’intervento a gamba tesa, tra il dispetto e la provocazione, si era completato con “l’incoronazione” del suo successore, indicando in Sebastiano Tusa il nuovo assessore, che sarebbe stato nominato entro Pasqua. Ultima puntata di un rapporto teso fin da subito, anche a causa delle esternazioni del componente della giunta regionale, in molti casi indirizzate a esponenti del Movimento cinque stelle. “Sgarbi? Non sono la sua badante” sbottò poche settimane fa proprio Musumeci.
Adesso che succede? L’assessore lascia o resta? “Lascio, ma non subito – precisa il critico d’arte a Live Sicilia – dopo aver parlato con Musumeci abbiamo deciso che la nostra separazione sarà consensuale. Rimarrò sino al 4 aprile sera così potrò completare molte iniziative già programmate e poi si vedrà. In particolare una visita a Morgantina con Gentiloni e l’inaugurazione di una mostra dell’Abatellis allo Steri”. Ma molto probabilmente non si interromperà il rapporto con la Sicilia. “A parte la collaborazione con il comune di Catania, la Sicilia farà parte del mio presente, molto probabilmente potrei continuare a lavorare nell’Isola come esperto consulente”. Tutto risolto dunque? L’appuntamento è a Palazzo d’Orleans, il 3 aprile prossimo, quando Musumeci e Sgarbi, insieme e rappacificati, potrebbero presentarsi insieme, di fronte alla stampa, per spiegare le ragioni di quello che l’assessore definisce “un equivoco” e salutarsi con una stretta di mano.