Sì a un maxi-debito fuori bilancio | Ma non si sa come sia nato il buco - Live Sicilia

Sì a un maxi-debito fuori bilancio | Ma non si sa come sia nato il buco

L'Ars chiamata a “sanare” oltre 130 milioni. Gli assessorati ammettono: "Non troviamo le carte"

PALERMO – Il debito è enorme, cresciuto man mano dal 1999 a oggi. Adesso, la Regione si impegna a riconoscere un “buco” da 132 milioni di euro dovuto soprattutto a una pioggia di pignoramenti e decreti ingiuntivi nei confronti della Regione. Ma i dubbi sono tanti, e sull’operazione si allunga l’ombra di un maxi danno all’erario.

Il debito totale, a dire il vero, è superiore ai 218 milioni. Si tratta di somme, per intenderci, già pagate dalla Regione, ma mai inscritte in bilancio. Mai, quindi, regolarizzate. Nell’ultimo esercizio, il governo regionale ha creato uno specifico capitolo di bilancio dedicato a questa enorme somma. Il ddl giunto all’Ars proverà a sanarne la prima parte, in attesa di regolarizzare i restanti 86 milioni. Ma in tanti, sottovoce, ammettono: “C’è il rischio enorme di creare un danno alle casse pubbliche: quelle somme potrebbero essere state pagate due volte”.

Si tratta di una “prima volta” per l’Ars. Finora, infatti, i consigli regionali non erano stati chiamati all’approvazione di debiti fuori bilancio. Ma dall’introduzione del decreto legisaltivo 118 sulla contabilità, anche questi sono soggetti a questa autorizzazione. Autorizzazione che potrebbe arrivare oggi a Sala d’Ercole. Ma nessuno sembra davvero volersi assumere questa responsabilità. A cominciare, ad esempio, dalla Commissione bilancio, dove è sempre mancato il numero legale quando si è dovuto affrontare questo tema spinosissimo. E così, oggi il testo arriverà in Aula senza il parere della Commissione presieduta da Vincenzo Vinciullo. Anzi, accompagnato da due risoluzioni votate dagli stessi deputati nei giorni scorsi, con le quali si impegna il governo a evitare in futuro la creazione di nuovi debiti fuori bilancio, a verificare le singole “partite” a cui si legano questi debiti ed eventualmente a recuperare le somme erogate per sbaglio, erogate due volte.

Perché il punto è proprio quello. I parlamentari non sono certi dell’origine di quei debiti. Per quanto, nella maggior parte dei casi, siano dovuti a pignoramenti presso terzi in cui è chiamata in causa la Regione siciliana e frutto di sentenze dei tribunali. È questa infatti, la “fetta” maggiore dei debiti fuori bilancio: 181 milioni circa. Di questi, come detto, sono stati regolarizzati nel 2015 circa 132 milioni, quelli che l’Ars è chiamata ad approvare. Ma come detto non mancano i dubbi. “In molti casi – spiega il componente della Commissione bilancio Giovanni Panepinto – mancano le carte. I documenti che spieghino l’origine di quei debiti. Capisco che è obligatorio approvare quei debiti, ma sulle singole voci come facciamo ad assumerci questa responsabilità?”. Il nodo è proprio quello: il timore che tra i tanti pagamenti, ne saltino fuori alcuni non dovuti. “Magari – dice un altro deputato della seconda commissione Riccardo Savona – somme già imputate o pagate due volte, o non dovute. I dipartimenti non sono stati in grado di motivare la mancata regolarizzazione delle somme in questi 15 anni. E in questo lasso di tempo può essere accaduto di tutto”.

E in effetti, scendendo nel dettaglio del disegno di legge, per quasi tutti i dipartimenti ecco la precisazione: “Non sono state fornite le motivazioni che hanno impedito la normale emissione dei relativi titoli di spesa”. Insomma, si sono perse le carte in grado di ricostruire quel pagamento. O, peggio, non sono state nemmeno cercate. In qualche caso proprio a causa dell’anzianità del pagamento e anche, magari, per colpa delle modifiche della struttura dei vari assessorati che hanno confuso le competenze e persino gli archivi.

Tra l’altro, oltre alle somme che la Regione ha comunque regolarizzato (prevedendo quindi un ipegno di spesa che non era stato previsto a suo tempo), ecco spuntare oltre 48 milioni del tutto “ignoti”, rimasti fuori dall’elenco per la regolarizzazione. La maggior parte di questi (più di 42 milioni) sono debiti fuori bilancio nella Formazione professionale siciliana. Un assessorato nato dalla scissione del vecchio assessorato al Lavoro. Proprio il dipartimento della Formazione, fa sapere nelle note allegate al disegno di legge il dirigente generale Gianni Silvia, “ha comunque individuato un gruppo di lavoro interno che sta provvedendo ai fascicoli di competenza, all’esame degli stessi onde evitare la duplicazione dei pagamenti”. Insomma una “task force” per reperire i documenti che ricostruiscano l’iter di quei pagamenti.

Perché il rischio è proprio quello, e lo palesa lo stesso Silvia nella sua lettera: la duplicazione dei pagamenti. Che si tradurrebbe in un enorme danno all’erario. Non a caso, lo stesso Ragionere generale Sammartano ha inviato tutta la documentazione alla sezione di Controllo e anche alla Procura della Corte dei conti. Mentre in commissione bilancio i deputati sentono puzza di bruciato: “Noi quel debito non l’approviamo”.


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