Esito negativo. Due parole per dire che finora non c’è traccia dei corpi di Antonio e Stefano Maiorana nel terreno che i carabinieri stanno scandagliando a Isola delle Femmine. Ieri fino a tarda notte i militari del nucleo investigativo e del reparto investigazioni scientifiche di Messina hanno eseguito dei sopralluoghi con il Luminol. Si tratta di un composto chimico che, a contatto con sostanze ferrose, si illumina. Dal momento che nel sangue è presente del ferro, questo può essere sfruttato per ottenere un’emissione luminosa.
Da stamattina si torna a lavorare con le ruspe e un georadar per ispezionare il sottosuolo alla ricerca dei cadaveri di Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio, scomparsi nel nulla nell’agosto del 2007. Il terreno è quello di una vecchia fabbrica dismessa che produceva marmo confinante con le palazzine che Maiorana aveva costruito nel paese in provincia di Palermo. E’ la stessa zona dove i Maiorana stati visti per l’ultima volta il 3 agosto del 2007, poco dopo le 5, e la cui cellula telefonica è stata agganciata dal telefonino di Antonio Maiorana sedici minuti dopo le dieci, quando la Smart dell’imprenditore era già stata parcheggiata nell’ara di sosta dell’aeroporto Falcone e Bosellino.
Particolari che hanno convinto il gip Maria Pino, su richiesta della ex moglie di Maiorana, Rossella Accardo, assistita dall’avvocato Giacomo Frazzitta, a chiedere nuove indagini. I militari hanno pure ispezionato un vecchio magazzino adibito a deposito di attrezzi e adesso stanno svuotando una vasca. Tutto finora senza esito. Si continua a scavare in un’area di 10 mila metri quadrati che lambisce il punto in cui venne piazzato l’esplosivo utilizzato per la stage di Capaci.