La scomparsa dei Maiorana: una donna del mistero legata a Messina Denaro - Live Sicilia

La scomparsa dei Maiorana: una donna del mistero legata a Messina Denaro

Depositata l'opposizione alla nuova richiesta dei pm di chiudere il caso

PALERMO – Spunta una donna del mistero nel caso di Antonio e Stefano Maiorana, scomparsi nel nulla nel 2007. Una donna che potrebbe avere avuto un ruolo chiave nella vicenda e che in qualche modo, in passato, sarebbe entrata in contatto con Matteo Messina Denaro.

A farne il nome è l’avvocato Giacomo Frazzitta nella opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura. Di mistero in mistero, perché secondo il legale di Rossella Accardo, ex moglie e madre dei due Maiorana, la donna subito dopo la scomparsa avrebbe inviato delle e mail agli imprenditori, invitandoli a fare ritorno a casa perché avrebbero goduto della protezione di un altro personaggio misterioso, chiamato “Perrotta”

L’avvocato ha fatto delle indagini difensive, depositate nell’opposizione alla nuova richiesta di chiudere il caso avanzata dalla Procura di Palermo. A una prima archiviazione del fascicolo, inizialmente aperto a carico di ignoti, è seguita una riapertura dell’inchiesta stavolta nei confronti di Paolo Alamia, ex socio del sindaco mafioso Vito Ciancimino, nel frattempo deceduto, e il costruttore Giuseppe Di Maggio.

Ancora una volta la Procura disse, però, di non avere raccolto prove sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio. A settembre del 2019 il gip Marco Gaeta ha ordinato nuove indagini, in particolare su alcune impronte digitali trovate nella Smart dei due imprenditori, lasciata nel parcheggio dell’aeroporto palermitano il giorno della scomparsa. E siamo ai giorni nostri, alla opposizione alla nuova richiesta di archiviazione.

Affari, ricatti sessuali, l’ombra della mafia e persino di Matteo Messina Denaro: il fascicolo è degno della trama di un giallo. Di mezzo, però, c’è la cruda realtà di due uomini scomparsi nel nulla. Forse assassinati, secondo gli stessi.

L’ipotesi è che Antonio Maiorana avesse ricattato Alamia usando un video pornografico e, scrisse la Procura, minacciandolo di “farlo finire sui giornali”. Dieci giorni prima della scomparsa dei due imprenditori, Alamia, socio della Calliope, l’impresa che si era affidata ai Maiorana per costruire un residence a Isola delle Femmine, cedette le quote a Dario Lopez, che ne deteneva già il 50%, e da questi finirono a Karina Andrè, allora compagna di Antonio Maiorana. Quest’ultimo, in pratica, da collaboratore esterno si ritrovò proprietario di mezza azienda.

Nell’aprile 2010 Accardo guardando nella stanza del figlio Marco che, tragedia nella tragedia, decise di togliersi la vita, trovò un fumetto di Topolino e lo consegnò ai carabinieri. Marco vi aveva scritto sopra: “Paolo era il suo peggior nemico e doveva pagarla… ricattare Paolo e Dario per avere il 50% delle quote Calliope diventò il suo pensiero fisso, Karina avrebbe fatto da spalla mentre lui conquistava tutti con promesse di soldi sollecitando interessi sessuali… con Karina abbiamo distrutto la memoria del Pc ove si conserva il materiale con cui si teneva Paolo e Dario ricattabili. Abbiamo temuto per le nostre vite. Sapevo che quella mattina mio fratello andava a discutere qualcosa di grave e non sono riuscito a trattenerlo”.

Nel corso delle indagini l’ipotesi dei ricatti sessuali è stata alimentata da due testimoni i quali, prima ancora che gli venisse chiesto, hanno spontaneamente raccontato che Karina Andrè, ex compagna di Antonio Maiorana, avesse addirittura una relazione con il latitante Messina Denaro. La donna glielo avrebbe confidato parlando però in maniera vaga di un boss potentissimo della zona di Trapani. Dalla donna solo smentite, ma i testimoni sono addirittura svenuti mentre riferivano il retroscena al pubblico ministero Roberto Tartaglia (oggi al Dap) e ai carabinieri. Gli investigatori parlarono di clima di terrore.

E siamo alle nuove prove di cui Livesicilia si era già occupato. Prove legate al nickname con cui sono state spedite le e mail. In diverse conversazioni intercettate si faceva riferimento a tale “Perrotta”. Ad esempio Lopez, nel settembre del 2015, diceva a un imprenditore: “Alamia aveva detto a Perrotta gli ha dato una spi…”. Da qui l’ipotesi che Alamia potesse avere fatto delle confidenze sull’omicidio al misterioso Perrotta. Lopez e l’imprenditore con cui parlava nella conversazione intercettata, sentito dai pm, hanno detto di non conoscere l’identità di Perrotta.

Frazzitta però ha rintracciato quelle e mail in cui la donna scriveva ai Maiorana per tranquillizzarli: Perrotta li avrebbe aiutati. Ed ecco un ulteriore colpo di scena legato al fatto che la donna del mistero nel suo passato avrebbe avuto in qualche modo a che fare con Matteo Messina Denaro.

Il legale di Accardo aveva fatto una serie di richieste sulla base delle quali è stato comparato il Dna trovato nella smart dei Maiorana con quello di Lopez e degli eredi maschi di un factotum di Alamia poi morto. Secondo lo stesso Lopez, sarebbe stato lui a lasciare la Smart al parcheggio dell’aeroporto.

Il raffronto con Lopez ha dato esito negativo, quello con gli eredi del collaboratore di Alamia non è mai stato effettuato. Nella nuova opposizione all’archiviazione, il legale ha chiesto di rintracciare gli eredi del factotum di Alamia, di sentire l’ex compagna di Antonio Maiorana e lo stesso Lopez. E soprattutto di cercare e convocare la donna del mistero di cui ha fornito l’identità.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI