CATANIA. L’ingegnere di Paternò, Salvatore Ligresti, non c’è più. Si è spento sul letto d’ospedale del San Raffaele di Milano. Era malato da tempo. A lungo a capo del gruppo Fonsai, Ligresti è stato uno degli indiscussi protagonisti del boom economico dell’edilizia a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Una figura contraddittoria per via delle inchieste giudiziarie nelle quali è rimasto coinvolto: nel 1992 in piena Tangentopoli, nello scandalo delle cosiddette “Aree d’oro” e più recentemente – nel 2013 – con la Procura di Torino che lo accusò di falso in Bilancio e manipolazione di mercato. Accuse per le quali finì ai domiciliari per via dell’età avanzata.
Di certo, dal suo arrivo a Milano per prestare servizio militare nell’aeronautica, poco alla volta ha costruito una fortuna nella veste dapprima di imprenditore immobiliare e poi acquisendo partecipazioni e investimenti nelle maggiori società italiane: dalla Pirelli a Gemina, da Mediobanca al gruppo assicurativo della Sai.
Non a caso con l’inizio degli anni Ottanta, Ligresti, diventa uno degli uomini più ricchi d’Italia.