PALERMO – Prosegue la caccia ai due uomini che ieri hanno ucciso a Palermo il benzinaio Nicola Lombardo, 44 anni, in quella che a caldo sembrava una rapina; ma più passano le ore, più l’iniziale ipotesi perde consistenza per gli investigatori della squadra mobile. L’omicidio è avvenuto alla Esso in piazza Lolli, dove il benzinaio – sposato, due figli di 4 e 10 anni – lavorava da poco. Le indagini scavano nella vita di Lombardo, morto in ospedale a 7 ore dal ferimento e dopo un delicato intervento chirurgico. La proprietà del distributore è riconducibile a Salvatore Nangano, fratello di Franco, ucciso il 16 febbraio 2013 in via Messina Marine. Gli investigatori sarebbero risaliti alla targa della Fiat Punto utilizzata per l’agguato. Sarebbe stata rimasta impressa nelle telecamere di alcuni negozi lungo via Dante. In queste ore si sta cercando di dare un nome all’uomo di 60 anni, con il pizzetto, che con la pistola 7,65 ha fato fuoco. Sull’auto c’era un’altra persona. Gli agenti della scientifica hanno recuperato le immagini del sistema di videosorveglianza del distributore e quelle di altri negozi della zona. Un testimone è stato portato in questura e sentito fino a notte fonda. Nel marzo dello scorso anno, proprio a piazza Lolli, a pochi passi dall’ impianto di Nangano, vennero fermati Fabio Pispicia, fratello di Salvatore, pezzo da novanta del mandamento Porta Nuova, e Sergio Giacalone. Secondo l’accusa avevano una 7.65 e una calibro 38 special con il colpo in canna ed erano appena scesi da una macchina e avevano dei passamontagna. La calibro 38 secondo le indagini della scientifica avrebbe ucciso il 12 marzo 2014 Giuseppe Di Giacomo, boss di Porta Nuova.
Gli investigatori sarebbero risaliti alla targa della Fiat Punto utilizzata per l'agguato. In queste ore si sta cercando di dare un nome all'uomo di 60 anni, con il pizzetto. Sull'auto c'era un'altra persona. Nel marzo dello scorso anno, proprio in quella piazza, vennero fermati due uomini vicini a Cosa nostra, armati e in passamontagna.
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