PALERMO – Le notizie sul razionamento dell’acqua in diverse province e il naso rivolto al cielo dove non si vedono nuvole. In Sicilia sale la preoccupazione per la siccità e così il governo Schifani chiede lo stato di emergenza all’Esecutivo nazionale. “La situazione è estremamente delicata e ne siamo consapevoli, ma siamo altrettanto determinati ad affrontarla come dimostra il lavoro incessante del presidente Schifani”, dice l’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino che poi lancia l’allarme: “Le previsioni meteorologiche per le prossime settimane e l’arrivo degli anticicloni africani sperimentati già a Pasqua non fanno ben sperare per il futuro prossimo”.
Sammartino: “Rischiamo danni fino a 2,5 miliardi”
Un problema che riguarda la compromissione e la perdita definitiva delle colture permanenti come agrumi, frutteti e vitigni. La preoccupazione si allarga poi anche al bestiame. “I danni stimati dal dipartimento dell’Agricoltura oscillerebbero tra uno e 2,5 miliardi di euro”, avverte Sammartino che ora va in pressing sul governo Meloni affinché conceda lo stato di emergenza all’Isola. “Serve una risposta celere da Roma”.
La dichiarazione di emergenza nazionale consentirebbe alla Regione di mettere in campo una serie di misure per tentate di salvare il salvabile: sgravi fiscali e contributivi, moratorie e sospensione di mutui e adempimenti per le imprese agricole e zootecniche in difficoltà, ma anche la sospensione dei contributi di bonifica. Sammartino, che è anche vice presidente della Regione, avanza anche la possibilità di “attivare le deroghe comunitarie previste per i piani strategici della Pac e i Piani di sviluppo rurale e dei contributi Inps”.
Acqua razionata a Palermo
La crisi idrica, già in atto da tempo, è scattata ufficialmente mercoledì 3 aprile con una nota allarmante dell’Amap, società partecipata del Comune di Palermo che gestisce la distribuzione dell’acqua. Invasi fermi al 50% rispetto al 2023, inevitabile il piano di razionamento nella rete di 47 comuni serviti. Disagi anche a Trapani e in provincia di Agrigento, dove una rete di distribuzione colabrodo di fatto contribuisce ad aggravare la già pesante situazione di siccità. Siciliacque ha chiuso l’acquedotto di Blufi per riparare una grossa perdita ma l’intervento costerà uno stop all’erogazione che in alcuni casi potrà durare 48 ore. A Trapani niente acqua fino al 6 aprile per ripristinare la condotta sulla strada provinciale Erice-Mazara.
Coldiretti: “Serve l’impegno della Regione”
Sulla vicenda interviene anche Coldiretti Sicilia: “Finalmente si sta comprendendo che c’è bisogno di cifre importanti per affrontare l’emergenza siccità – si legge in una nota -. Così come da mesi ribadiamo che solo con l’impegno politico (prima di tutto della Regione) si possono affrontare le varie problematiche che riguardano tutti i comparti”. L’associazione però avverte: “Questo non deve essere solo uno scaricabarile. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità”.
E ancora: “È il governo regionale che prima di tutto deve attuare azioni adeguate e non rimbalzare le soluzioni soprattutto quando non si attua un confronto con chi, conoscendo bene il territorio, darebbe un adeguato supporto. Invece – conclude Coldiretti Sicilia – si stanno compiendo balzi indietro di decenni: tra l’altro si potenziano servizi che evidentemente non hanno dato risposte adeguate”.