ROMA – C’è chi colleziona figurine e chi impugnative. Il governo regionale prende un’altra batosta dalla Corte dei Conti e scoppia la polemica, questa volta interna alla maggioranza. Sotto la lente del Consiglio dei Ministri finisce l’articolo 4 della legge regionale “24/2021 in materia di risorse per il rinnovo del contratto collettivo della dirigenza regionale”.
L’impugnativa
“La legge regionale, che detta disposizioni per il settore della forestazione e disposizioni varie, è censurabile relativamente alle previsioni contenute nell’articolo 4, che, per le ragioni di seguito evidenziate, eccede dalle competenze statutarie attribuite alla Regione siciliana dallo Statuto speciale di autonomia, violando disposizioni statali che costituiscono principi fondamentali in materia di coordinamento della finanza pubblica posti dallo Stato ai sensi dell’articolo 117, terzo comma della Costituzione, e che vincolano anche le Regioni a statuto speciale”, si legge nell’impugnativa. Lo stop allo stanziamento dei fondi lascia l’amaro in bocca all’interno della maggioranza.
Sammartino al vetriolo
Il deputato leghista Luca Sammartino commenta al vetriolo. “L’ennesima impugnativa di una norma regionale da parte del Consiglio dei Ministri è un segnale grave per la Regione”, dice. E bastona il governo. “A maggior ragione visto che l’articolo era stato proposto dal Governo per superare i rilievi della Corte dei Conti: non solo l’obiettivo non è stato raggiunto ma si pone oggi un serio problema per la futura funzionalità della burocrazia regionale”, argomenta. Poi un consiglio per il futuro che, inforcando le lenti del discorso politico, si può intendere come la volontà di un cambio della guardia in vista del voto. “È tempo di ripensare fino in fondo l’approccio alla politica di bilancio per evitare che gli errori di ieri e di oggi condizionino il futuro della Sicilia”.