Sicilia, il buco sul Tfr Multiservizi: dirigenti regionali assolti

Sicilia, il buco sul Tfr Multiservizi: dirigenti regionali assolti

Hanno evitato che i conti peggiorassero
SENTENZA RIBALTATA
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PALERMO – Non sono responsabili del buco, anzi hanno evitato che i conti peggiorassero. Pagando debiti per cui la Regione non aveva previsto il necessario stanziamento hanno evitato un aggravio ulteriore dei costi.

Verdetto ribaltato

La Sezione giurisdizionale d’appello per la Regione siciliana della Corte dei conti ha assolto Francesco Sucato, Vincenzo Iuculano e Antonella Natoli, tutti dirigenti del Dipartimento regionale dell’Energia tra l’anno 2014 e l’anno 2016, e Silvio Piombino funzionario dello stesso Dipartimento. Erano imputati per un danno erariale che superava i tre milioni di euro e 600 mila euro.

La Procura regionale della Corte dei conti li aveva citati in giudizio. In primo grado i giudici della Corte dei conti avevano condannato Francesco Sucato, dirigente dell’area affari legali e contenzioso del dipartimento regionale, a pagare 1.774.566 euro, Silvio Piombino, funzionario direttivo dello stesso dipartimento, 253.509, Vincenzo Iuculano e Antonella Natoli dirigenti dell’Area 1 Affari generali a 543.234 euro ciascuno. Sucato era difeso dagli avvocati Alessandro Dagnino e Ambrogio Panzarella, Natoli e Iuculiano dall’avvocato Peppino Barreca e Piombino dall’avvocato Alessandro Duca.

Sono i soldi del Tfr

Si tratta dei soldi del trattamento di fine rapporto richiesti dagli ex lavoratori di Multiservizi, società regionale ormai liquidata. Il lavoratori si sono rivalsi sulla Regione, che era debitrice nei confronti di Multisrevizi, attraverso il meccanismo del pignoramento presso terzi. Se si vanta un credito ci si può rivolgere al giudice civile chiedendo che vengano aggrediti i soldi di un terzo, in questo caso la Regione.

Tra il 2014 e il 2015 sono piovuti centinaia di decreti ingiuntivi che il Dipartimento si è accollato dando il via libera ai pagamenti, senza controllare che in realtà la cifra del suo debito nei confronti di Multiservizi era molto inferiore. Ad un certo punto, raggiunta la somma dovuta all’ex partecipata, gli esborsi avrebbero dovuto fermarsi.

Tra il primo grado e l’appello il giudice del tribunale del lavoro ha condannato ripetutamente la Regione a pagare i lavoratori della Multiservizi. Né Palazzo D’Orleans né gli assessorati si premurarono infatti di realizzare quei passaggi spettanti al socio unico per beneficiare della responsabilità limitata che caratterizza la società di capitali. In questo modo la Regione si è resa illimitatamente responsabile dei debiti della sua partecipata.

“Soldi non in bilancio”

“Se ci fu responsabilità fu quella del mancato stanziamento in bilancio delle somme necessarie al pagamento dei servizi resi dalla Multiservizi all’amministrazione regionale”, mentre l’amministrazione ha continuato a servirsi della società. A ciò, proseguono i giudici, si somma il fatto che la Regione non ha “provveduto agli adempimenti (versamento dell’intero capitale sociale e pubblicazione dei dati relativi al socio unico, Regione siciliana), che avrebbero limitato la responsabilità al patrimonio della Multiservizi, senza estenderla all’intero patrimonio regionale”. Nessuno degli imputati aveva però competenza su questi punti.


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