Sicilia, la recessione continua |Disoccupazione da record - Live Sicilia

Sicilia, la recessione continua |Disoccupazione da record

La crisi continua ma rallenta, secondo il rapporto annuale della Banca d'Italia. Stretta nei consumi delle famiglie, a picco costruzioni, agricoltura e industria. Giovani sempre più fuori dal mercato del lavoro

Il rapporto di Bankitalia
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PALERMO – Peggiorano i servizi, peggiora il commercio, peggiora l’industria. Ma, soprattutto, continua inesorabile la caduta dell’occupazione nel mercato del lavoro, iniziata nel 2007. I dati dell’economia siciliana riportati nel rapporto annuale della Banca d’Italia non sono affatto confortanti. Nel 2013 la fase recessiva è proseguita, anche se con minore intensità rispetto all’anno precedente. Insomma: la crisi continua, ma – almeno – va a minore velocità. Ad esempio, dopo il calo del 2012, il fatturato è rimasto stabile nel settore manifatturiero, anche se sono diminuite le spese per investimenti. Si è ridotto ancora, invece (e per l’ottavo anno consecutivo) il livello di attività nel settore delle costruzioni, mentre continua ad arretrare il mercato immobiliare. Il settore del commercio, poi, ha continuato a risentire della debolezza dei consumi interni.

Va meglio invece per i flussi turistici, che sono rimasti sostanzialmente stabili: per il quarto anno consecutivo, i turisti italiani hanno pernottato ancora meno in Sicilia, mentre le presenze di stranieri sono aumentate. E gli andamenti migliori sono stati registrati nelle province di Siracusa e soprattutto Trapani, dove le presenze sono aumentate del 10,9 per cento.

Ma l’anno passato, per alcuni settori, è stato disastroso. Per esempio, sono diminuite la produzione agricola e l’attività industriale (ancora un 6,4 per cento in termini reali), anche se l’Istat ha registrato, per l’area del Mezzogiorno, segnali di ripresa per la produzione manifatturiera. Un’indagine della Banca d’Italia condotta tra febbraio e maggio 2014 su un campione di imprese industriali con almeno 20 addetti, però, ha evidenziato poi come il 55,8 per cento del campione abbia chiuso l’esercizio in utile. Un dato in linea, di fatto, con gli anni precedenti. Il 24,8 per cento, invece, è ancora in perdita. E le prospettive migliorano per il 2014: il 70 per cento circa delle imprese prevede una crescita sul fatturato, il 30 una riduzione.

Ma è nel mercato del lavoro che l’economia siciliana registra la perdita forse più grossa. La caduta dell’occupazione iniziata nel 2007 continua. E l’andamento negativo interessa tutti i settori principali e tutti i segmenti della popolazione, ma in misura più marcata per le componenti più giovani e meno istruite. In base alle rilevazioni Istat, infatti, l’occupazione in Sicilia è diminuita del 5,3 per cento (oltre 73.000 unità), mentre il numero degli occupati si è ridotto del 15,4 per cento rispetto al calo registrato a livello nazionale. Rispetto al 2008, insomma, ci sono 160.000 occupati in meno.

La flessione dell’occupazione ha interessato tutti i settori economici, ma soprattutto quello dei servizi – in particolare per gli addetti dell’amministrazione pubblica e difesa, dell’istruzione e della sanità – che ha registrato un calo del 4,5 per cento, delle costruzioni, con il 9,6 per cento in meno e dell’industria, dove la riduzione è stata del 2,9 per cento. Quasi allo stesso modo si sono contratte sia la componente maschile (-4,7 per cento) sia quella femminile (-6,3 per cento). Ma il calo dell’occupazione si è concentrato soprattutto tra le persone più giovani e con un basso livello di istruzione, sebbene nel 2013 si sia esteso anche a quelli oltre i 55 anni e in possesso di una laurea. Il tasso di disoccupazione, per la popolazione tra 15 e 64 anni, è sceso di 1,9 punti percentuali, e cioè al 39,3 per cento (nel Mezzogiorno e in Italia è pari rispettivamente al 42 e 55,6 per cento).

E così, la debolezza nella domanda di lavoro si è riflessa in un aumento del numero di persone in cerca di occupazione: il 10,2 per cento in più rispetto al 2012. Il tasso di disoccupazione è aumentato di 2,4 punti percentuali, al 21 per cento, un dato superiore a quello del Mezzogiorno e dell’Italia (19,7 e 12,2 per cento rispettivamente). Continua a ridursi anche il credito bancario: la domanda di finanziamenti è rimasta debole risentendo, nel caso delle imprese, della contrazione degli investimenti e, nel caso delle famiglie, del basso livello di consumi e del ristagno del mercato immobiliare. In base ai dati dell’Osservatorio Findomestic, poi, le famiglie siciliane hanno ridotto la spesa per beni durevoli per il secondo anno consecutivo (-9,8 per cento, -13,3 per cento nel 2012), e il calo relativo alla Sicilia è il maggiore tra le regioni italiane. Le maggiori riduzioni di consumo si sono registrate negli acquisti di auto e motoveicoli e nell’elettronica di consumo, mentre aumentano, invece, le vendite di prodotti dell’informatica (computer e tablet), che hanno registrato un incremento del 4,4 per cento.

 

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