Fischia il vento e infuria la bufera giallorossa. Metafora metereologica e resistenziale a parte, il secondo turno delle amministrative vede andare in scena una vittoria netta del centrosinistra. Sia in salsa giallorossa (San Cataldo, Lentini e Favara), sia nella versione vintage ulivista (Vittoria): un en plein. Quattro sfide vinte su quattro (disputate) con tanto di dichiarazioni gongolanti dei leader nazionali (Letta e Conte) e regionali (Barbagallo e Cancelleri): il guanto di sfida per la presidenza della Regione è lanciato.
Eppure, c’è anche l’altro lato della medaglia: negli altri quattro comuni al voto le sfide erano tutte intestine al centrodestra (che anche dove non vince ottiene significativi consensi in termini di liste). Apparentamenti e candidati alla mano, il secondo tempo del match dei ballottaggi premia i candidati moderati di centrodestra. A Vittoria esce sconfitto dalle urne il candidato meloniano (sostenuto anche da Lega e Db), a San Cataldo (feudo del leghista Pagano) quello sostenuto in tandem da Lega e FdI. A Canicattì viene riconfermato il sindaco Cerbo, sostenuto dal big sponsor autonomista Roberto Di Mauro e da pezzi di centrodestra riconducibili alla deputata musumeciana Giusi Saverino) in corsa contro il candidato sostenuto da FdI e dal neoleghista Pullara.
A Porto Empedocle la spunta il candidato di Forza Italia Calogero Martello, ad Adrano vince l’autonomista Mancuso contro il competitor Pellegriti, sostenuto da Udc (big sponsor l’onorevole Bulla), FdI e dal Quadrifoglio di Luca Sammartino. Il deputato regionale recentemente approdato alla Lega, che al primo turno aveva fatto il pienone di voti di lista, esce sconfitto da questa seconda tornata.
E i risultati di Misterbianco (dove si disputava il primo turno) parlano chiaro. Un altro spartito e tutta un’altra musica quella di Misterbianco un po’ per tutti. Al primo turno si impone il candidato azzurro Marco Corsaro (molto vicini all’assessore Marco Falcone) sostenuto dalla coalizione quasi al completo doppiando l’aspirante primo cittadino Calogero (vicinissimo a Luca Sammartino). Ma il caso Misterbianco racconta tutta un’altra storia anche nel campo del centrosinistra che si presenta spaccato (da un lato il Pd sostiene l’ex sindaco Di Guardo insieme a Sicilia Futura e altre civiche, dall’altro il M5S supporta insieme alla sinistra l’ex dem La Piana) e sconfitto. Con una ciliegina sulla torta: la lista del Pd non supera lo sbarramento e rimane fuori dal consiglio comunale. Stessa sorte per i pentastellati. Forse, al netto di tutto, il campo progressista dovrebbe cimentarsi con il vecchio (ma sempre utilissimo) arnese dell’analisi della sconfitta. Un modo come un altro per evitare brutte soprese.