Sicilia, il pasticciaccio dei rifiuti: cosa è successo

Il pasticciaccio dei rifiuti: “Vicenda surreale e comportamenti ondivaghi”

La discarica di Lentini
Così il giudice bacchetta la burocrazia. Ed è emergenza

PALERMO – Inchieste della magistratura, ordinanze che modificano altre ordinanze, decreti che annullano altri decreti.

La vicenda della discarica di Lentini è un pasticciaccio. Colpa di quelle che il giudice per le indagini preliminari di Catania definisce “le contraddizioni e l’ambivalenza dei meccanismi decisionali delle pubbliche amministrazioni coinvolte”.

La partita si gioca su due tavoli paralleli. In uno dà le carte la Regione siciliana, mentre nell’altro le decisioni spettano alla magistratura.

La Sicula Trasporti è, infatti, in amministrazione giudiziaria dal 2020 a seguito dell’inchiesta “Mazzetta Sicula” della Procura etnea che portò all’arresto, tra gli altri, del patron Antonino Leonardi.

Il Tribunale ha incaricato della gestione gli amministratori Salvatore Belfiore, Salvatore Virgillito e Pasquale Maria Castorina che hanno messo in cantiere dei progetti per il recupero energetico dei rifiuti.

Ed è iniziata l’ambivalenza di cui sopra. Da un lato il Dipartimento regionale emette il 7 aprile 2023 un decreto ponte che consente temporaneamente a Sicula Trasporti di continuare a trattare i rifiuti in ingresso e di conferire il rifiuto trattato in impianti di recupero.

Dall’altro, successivamente, lo stesso Dipartimento, con un decreto del 25 marzo 2024, preannuncia l’annullamento del decreto ponte, ritenendolo illegittimo senza però formalizzare tale annullamento.

Da un lato l’assessorato regionale dell’Energia riconosce l’urgenza e l’importanza di continuare le operazioni di trattamento e recupero dei rifiuti.

Però, poi, “richiede alla società di sottoporre le varianti richieste alla procedura di verifica di assoggettabilità ambientale, ritardando ulteriormente la possibilità di una gestione efficiente dei rifiuti”.

Dopo il dietrofront regionale gli amministratori hanno chiesto nuovamente di poter usare l’impianto, avviando la “verifica di assoggettabilità alla VIA (valutazione di impatto ambientale)”. Il 10 giugno arriva il diniego da parte del Dipartimento regionale.

La discarica non può operare perché mancano le “valutazioni definitive da parte della Città Metropolitana di Catania e dell’Arpa sui rischi sanitari, ambientali e culturali”.

Il 20 giugno il giudice per le indagini Stefano Montoneri decide che non ci sono le condizioni per andare avanti e sospende le attività dell’impianto. L’assessore regionale Roberto Di Mauro ha tentato, invano, di ottenere dal gip il “differimento di 10-15 giorni” della chiusura. Il 21 giugno, la Sicula si adegua al provvedimento.

Un provvedimento che il giudice Montoneri ha ritenuto l’inevitabile approdo in una “vicenda che ha raggiunto una situazione gravissima e quasi surreale a causa dei comportamenti ondivaghi e contraddittori delle pubbliche amministrazioni coinvolte”.

Gli amministratori hanno cercato di conformarsi alle richieste delle autorità competenti, pur ritenendole errate ed avendole impugnate, e di adeguarsi alle normative vigenti.

Tuttavia, “a causa della sequenza di autorizzazioni, successive revoche e nuove richieste di conformità, la società si trova improvvisamente priva del titolo autorizzatorio”.

In sintesi, la Sicula Trasporti e la stessa amministrazione giudiziaria “si trovano in una situazione paradossale: nonostante gli sforzi profusi per mantenere la legalità e la regolarità delle operazioni, la società è ora costretta a interrompere le attività per evitare di operare in modo illegittimo”.

Questo è il risultato di una serie di decisioni amministrative che, conclude il gip, “sebbene apparentemente conformi alla normativa, hanno di fatto reso impossibile la prosecuzione di un servizio pubblico essenziale”.

Ora il governatore Schifani traccia la strada con una nuova ordinanza. La speranza è di lasciarsi alle spalle al più presto il pasticciaccio dei rifiuti.

La nota dell’assessore Di Mauro

Nell’articolo si legge: ‘Dall’altro, successivamente, lo stesso Dipartimento, con un decreto del 25 marzo 2024, preannuncia l’annullamento del decreto ponte, ritenendolo illegittimo senza però formalizzare tale annullamento’. Tale affermazione non risponde al vero in quanto, a completamento del procedimento avviato in data 25/3/2024, il Dipartimento ha annullato il cosiddetto “decreto ponte” con D.D.S. 1102 del 21/6/2024, regolarmente pubblicato e notificato a tutti i soggetti coinvolti nel procedimento.

Il testo continua riportando il seguente passaggio: «Da un lato l’assessorato regionale dell’Energia riconosce l’urgenza e l’importanza di continuare le operazioni di trattamento e recupero dei rifiuti. Però, poi, “richiede alla società di sottoporre le varianti richieste alla procedura di verifica di assoggettabilità ambientale, ritardando ulteriormente la possibilità di una gestione efficiente dei rifiuti”».

In proposito si sottolinea che la valutazione ambientale di un progetto è un prerequisito non derogabile per il rilascio di una autorizzazione ambientale valida e che proprio gli esiti negativi delle valutazioni ambientali prescritte all’atto della emissione del cosiddetto “decreto ponte” hanno imposto di avviare il procedimento di annullamento dello stesso.


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