"Sicilia protagonista nel cinema |Spazio ai giovani nel teatro" - Live Sicilia

“Sicilia protagonista nel cinema |Spazio ai giovani nel teatro”

Il bilancio degli assessori. Barbagallo: "Il turismo cresce. Che rimpianto la legge mancata".

L'intervista
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7 min di lettura

Onorevole Anthony Barbagallo, la legislatura sta finendo e con essa la sua esperienza da assessore al Turismo, Sport e Spettacolo. Con lei vogliamo cominciare un ciclo di conversazioni per chiedere ai protagonisti di questa stagione cosa lasciano ai propri figli e alla Sicilia dopo questa esperienza. Per prima cosa: cosa lascia a lei?

“Non è la prima volta che faccio l’amministratore, ho fatto per tanti ani il sindaco, ma ovviamente questa è un’altra storia, una responsabilità infinita. Mi lascia una rete di rapporti e il grande orgoglio di avere rappresentato la mia terra in questi due anni”.

Com’è stato lavorare a fianco di Rosario Crocetta?

“Ci sono stati momenti di confronto durante le giunte ma nell’attività ordinaria come prevede lo statuto ogni assessore si occupa del suo ufficio. Col presidente ho avuto sempre un rapporto franco e schietto”.

Partiamo dal cinema. A cui lei ha dedicato grandi energie. Cosa lascia in questo ambito?

“Abbiamo investito molto ottenendo risultati. Lasciamo alla Sicilia un accordo di programma quadro per 15 milioni di euro grazie alla collaborazione col ministro Franceschini. E poi ci siamo presi tante soddisfazioni. Su tutte Sicilian ghost story e Liberami, due vittorie simbolo. Il secondo è un documentario girato interamente alla Guadagna da un regista siciliano che ha vinto al festival del cinema di Venezia. È stata una delle sere più belle per me: ho appreso la notizia mentre ero con Giuseppe Tornatore e ci siamo abbracciati. Sicilian ghost story è un film interamente finanziato dalla Regione, girato in Sicilia, da registi siciliani con un cast siciliano. Ha aperto la settimana della critica a Cannes. E ha vinto due nastri d’argento per a scenografia e la fotografia”.

Ma hanno davvero un ritorno questi soldi, parliamo di somme anche ingenti, investiti nel cinema?

“Sì, legato all’immagine. La forza dell’audiovisivo è straordinaria. La zona che cresce di più della Sicilia è il Sudest perché è il set di Montalbano. Tanti stranieri hanno conosciuto quella parte della Sicilia grazie al commissario di Camilleri. Tanti conosceranno i Nebrodi grazie a Sicilian ghost story. Ma sul cinema mi faccia dire un’altra cosa”.

Prego.

“I Nastri d’argento. Abbiamo cementificato un rapporto. Prima la Sicilia aveva un ruolo da comprimario. Ora abbiamo garantito un po’ di indotto ai nostri film. Penso a L’attesa del bravissimo Piero Messina che abbiamo scelto come testimonial della Lonely planet sulla Sicilia. A proposito, sapete qual è la guida della Lonely che ha venduto di più tra tutte quelle italiane? Proprio quella della Sicilia”.

Ma come sono questi numeri del turismo siciliano? Perché orientarsi non sempre è facile...

“Ogni banca inventa i suoi numeri. I dati a cui credo sono quelli dell’Osservatorio che al 31 dicembre 2016 rispetto al 31 dicembre 2015 registra un +21,6 per cento, e quest’anno a giugno già il più 19. E c’è il tema del tanto nero dei B&B che farebbe aumentare questi dati”.

Già, il nero dei B&B: cosa avete fatto per affrontare questo problema?

“Questo è i mio rimpianto: la legge sul turismo. Condivisa da tutte le associazioni di categoria. È ferma in quarta commissione”.

Quando è stata presentata?

“Quest’anno. Avrebbe risolto tra le altre cose il problema della comunicazione dei dati ma forse a qualcuno conviene che il problema non si risolva”.

Tornando al grande schermo: quanto spende ogni anno la Sicilia per il cinema?

“Spende quello che dà il ministero: 4 o 5 milioni negli ultimi due anni. E ben 15 quelli che lasciamo”.

Passiamo ai teatri. Soddisfazioni ma anche note dolenti?

“La categoria si chiama spettacolo dal vivo. Che non è un caso che sia gestita dal turismo. È una delle offerte più importanti della Sicilia. Io sono molto orgoglioso di quello che abbiamo fatto su Anfiteatro Sicilia, la circuitazione nei teatri di pietra in modo organico. É stata la prima volta. Abbiamo fatto rinascere il Teatro greco romano di Catania. Noi abbiamo allestito il teatro come Taormina arte Sicilia e abbiamo programmato una stagione intera di eventi. Stessa cosa fatta a Morgantina. Quando arrivai a marzo c’era l’erba alta. E abbiamo organizzato spettacoli con grandi nomi nazionali. Abbiamo attrezzato Tindari a 2000 posti. E poi Taormina, Siracusa, Segesta e Selinunte”.

Ma queste iniziative hanno un respiro o finiranno per creare, mi permetta l’azzardo, delle piccole “cattedrali nel deserto” della cultura?

“No, c’è una risposta importante. Abbiamo spesso il 40-50 per cento dei biglietti venduto all’estero. È diventato un fiore all’occhiello che molte regioni vogliono copiare”.

Qual è lo stato di salute dei teatri siciliani?

“Rivendico di aver salvato il Teatro stabile di Catania. C’erano 12 milioni di debito”.

Ma come si era arrivati a un tale disastro?

“Bisogna chiederlo a chi lo ha gestito negli anni e ai soci che si sono fatti sfuggire la situazione di mano. Anche la Fos aveva una situazione dedicata. Giorgio Pace va ringraziato pubblicamente per il lavoro che ha fatto da commissario. E abbiamo l’Inda, commissariata, che fatto due stagioni straordinarie superando i 120mila biglietti venduti”.

Non c’è secondo lei anche un problema di nomenklature ristrettissime nei teatri? Le faccio l’esempio di un grande nome come quello di Moni Ovadia che dirige ben due teatri siciliani. Ma non ci sono risorse fresche e siciliane che potrebbero essere valorizzate?

“Il tema vero nei teatri siciliani è il fatto consolidato che l’offerta culturale si concentra solo tra Catania e Palermo. Io ho lanciato misure per rompere questo duopolio, sostenendo la circuitazione. Il 6 giugno dopo anni di ritardi è partita la fondazione Taomrina Arte con un mio decreto. La cultura deve esser diffusa in tutta la Regione. Pensi che a Siracusa non c’è un teatro pubblico. Abbiamo almeno 40 teatri monumentali che non vengono aperti. Ma ci vorrebbero 10 anni non due.

E sui soliti nomi e i siciliani che non trovano spazio cosa risponde?

“Ho inserito come criterio premiale per i teatri il far lavorare i giovani artisti under 35. L’ho inserito nel Furs (Fondo unico regionale per lo spettacolo, ndr). Così come la direttiva di applicare prezzi più bassi”.

Il rimpianto è la legge di riforma rimasta impantanata in un’Ars che non vota più leggi. Le soddisfazioni maggiori, oltre quelle già citate?

“Per la prima volta abbiamo approvato i piano delle manifestazioni turistiche e il piano di propaganda prima dell’inizio dell’anno”.

Sembra una cosa normale.

“Non lo è. Si faceva sempre dopo, dal ’67 a oggi. L’altra novità è epocale”.

Quale?

“Il piano strategico del turismo. Abbiamo fatto gli stati generali del turismo a Taormina per definirlo. Il piano è pronto. L’ho trasmesso alle associazioni di categoria. Lo presenteremo a settembre a Castiglione di Sicilia. Chiuderemo l’anno nazionale dei borghi in quell’occasione. Per la prima volta”.

Ci illustri due o tre novità importanti introdotte dal piano.

“L’assolta interrelazione tra i rami dell’amministrazione. L’anno scorso ho lavorato sul turismo con tre autostrade bloccate. C’è un tema importante del collegamento del piano con gli altri assessorati e per un tempo di cinque anni”.

In questo contesto i fondi dell’Ue che ruolo giocano? Se ne giocano uno…

“Della nuova programmazione l’unica cosa che è partita sono i 484 milioni di euro per l’ammodernamento delle misure recettive. Quattro bandi usciti al luglio, altri sei a settembre. Oggi abbiamo 6.180 strutture recettive, rischiamo di avvicinarci alle 8.000”.

Passiamo ai rimpianti? La legge mancata e poi?

“Il Taormina film festival di quest’anno. Avevamo due offerte, una con Tim Robbins e l’altra con Al Pacino e Francis Ford Coppola, entrambe a costo zero per la Regione. Il Tar ha individuato i soggetti proponenti come non abilitati a gestire il festival. La sentenza si rispetta ma ha creato un danno enorme ai siciliani perdendo un’occasione di visibilità e di prestigio. È stata una ferita per me”.

Resta lo sport. Cosa lascia in questo ambito?

“Iniziative che si commentano da sole. Il ritorno del Sicilian golf open tour al Verdura, i mondiali di canoa, il ritorno della nazionale italiana di calcio e di pallanuoto a Palermo. Verrà la nazionale italiana di rugby l’11 novembre al Cibali per un test match. E il Giro d’Italia”.

Insomma, Barbagallo promuove Barbagallo?

“Ho la coscienza a posto, ma certo i bilanci si faranno all’ultima settimana”.


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