Tra veti e attese: il centrodestra e le dimissioni di Musumeci - Live Sicilia

Tra veti e attese: il centrodestra e le dimissioni di Musumeci

Occhi puntati sul presidente.
LO SCENARIO
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PALERMO – Il fantacalcio estivo è stato sostituito sotto l’ombrellone dal toto-dimissioni e la temperatura nel centrodestra siciliano continua a salire. Voci che si rincorrono, timing che cambiano di ora in ora: gli occhi rimangono puntati sul presidente Nello Musumeci (ancora in pausa di riflessione)

Aspettando le dimissioni

Fonti autorevoli vorrebbero che il presidente rassegnasse oggi pomeriggio le proprie dimissioni. Tuttavia la concomitanza del suo tour palermitano e la presenza a Lampedusa del leader del Carroccio a Lampedusa, in compagnia del fido Nino Minardo, farebbero pensare a un rinvio. Venerdì sarebbe dunque la giornata da cerchiare in rosso nel calendario di questa complicatissima legislatura che volge al termine (sebbene l’agenda del presidente non abbia subito cambiamenti). Ma la vera cartina al tornasole sarà la convocazione della giunta che ancora non c’è (sebbene gli assessori siano stati allertati in attesa dell’ora x). Di certo c’è il termine ultimo utile per rassegnare le dimissioni e consentire l’accorpamento della tornata delle regionali e delle politiche: l’otto di agosto.

Centrodestra in fermento

Nel frattempo nel centrodestra siciliano c’è fermento: ieri l’azzurra Stefania Prestigiacomo ha fatto la sua prima uscita pubblica affidandosi a una nota stampa nella quale conferma di essere a disposizione come candidata alla presidenza della Regione. Nessuna voce però si è levata tra gli azzurri. In mattinata il regista dell’operazione Prestigiacomo, al secolo Gianfranco Miccichè, in occasione della cerimonia del ventaglio all’Ars, era tornato sul tema ribadendo il nome dell’ex ministro come proposta azzurra per la Presidenza della Regione. Ma aggiungendo, pungolato dalle domande dei cronisti, di essere pronto a ragionare anche su altre candidature come ad esempio quella del parlamentare leghista Alessandro Pagano. “Non ci sono veti nei confronti di nessuno sediamoci attorno a un tavolo e parliamone”, ha detto il coordinatore dei berluscones siculi. Una battuta che è bastata a fare rumoreggiare i palazzi palermitani per tutto il pomeriggio sulla possibilità che il presidente dell’Ars stia in realtà facendo un altro gioco.

Ipotesi e incastri

Tuttavia nel puzzle delle regioni da divedere tra i partiti del centrodestra, la Sicilia potrebbe tranquillamente spettare a Forza Italia con i leghisti in Lombardia e i meloniani nel Lazio. Eppure, nelle ultime ore si registra un forte protagonismo dei salviniani che sul tavolo delle trattative ad oggi possono giocare due carte: il segretario regionale Nino Minardo e il parlamentare nisseno Alessandro Pagano. La tentazione Massimo Russo circola sottotraccia in casa autonomista e con forse con qualche asso nella manica non ancora venuto allo scoperto, gli alleati di Musumeci rassicurano i cronisti a microfoni spenti. “Non ci divideremo, se ci sediamo al bar troviamo la quadra in cinque minuti”, assicurano. Lasciandosi alle spalle il nome “divisivo” di Musumeci che però al momento è ancora seduto al suo posto. 


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