CATANIA – L’azienda che gestisce il servizio idrico replica all’assessore regionale Vania Contrafatto e a Cittainsieme. “Il Comune non ha affidato a Sidra il progetto CIPE, ma ha affidato a Sidra il servizio idrico integrato nel territorio comunale, utilizzando facoltà espressamente previste dalle leggi nazionali e regionali. Sidra si è assunta l’impegno ad attuare tutti gli adempimenti necessari per collegare materialmente le utenze alle opere previste in progetto CIPE e a riabilitare le condotte esistenti.
La pubblicazione del bando del progetto in questione, proposta dal Comune di Catania e già autorizzata dall’UREGA, non ha avuto seguito soltanto perché l’Assessorato all’Energia non ha emesso il decreto di finanziamento per problematiche che anche il Ministero dell’Ambiente ha ritenuto da tempo risolte in sede di Commissione Ministeriale, alla quale partecipa anche lo stesso assessorato all’energia. Tali aspetti confermano che Sidra è estranea alla gestione del progetto CIPE pur avendone partecipato alla progettazione”.
Sul depuratore. “L’’impianto di depurazione di Pantano d’Arci funziona regolarmente e continuativamente ed è in grado di assicurare, in normali condizioni di esercizio, il rispetto dei limiti di legge. Tale aspetto è emerso anche dalla campagna straordinaria di monitoraggio dell’impianto di depurazione, protrattasi per oltre due mesi, che è stata commissionata da Sidra nel 2014 al Dipartimento di Biotecnologie dell’Università di Verona. Al riguardo la grande quantità di fanghi prodotti come risultante del processo depurativo, nonché gli elevati consumi di energia elettrica testimoniano che sia in passato che allo stato attuale, il depuratore ha assicurato e continua ad assicurare un funzionamento costante e efficace. La qualità delle acque depurate provenienti dall’impianto di depurazione gestito da Sidra, e immesse per una portata di circa 500 litri al secondo nel canale Buttaceto, è costantemente monitorata dalla Sidra, con controlli analitici di routine, da laboratori esterni accreditati nonché, almeno due volte al mese, dall’Agenzia Regionale Protezione Ambiente. Questi controlli così serrati, e le risultanze che ne derivano rappresentano per Sidra uno stimolo determinante per fare meglio e per non abbassare mai la guardia, pur in una situazione resa problematica dalla vetustà e dall’ incompletezza dell’impianto di depurazione e della rete di raccolta dei reflui”.
Autorizzazioni. “Il Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti ha ultimato l’iter istruttorio della domanda di autorizzazione allo scarico formulata nel 2013 dal Comune di Catania e l’autorizzazione allo scarico è stata rilasciata”.
“Sidra conosce bene la natura e la qualità del refluo in uscita dall’impianto e conosce altrettanto bene le potenzialità e gli attuali limiti dell’impianto di depurazione nelle diverse condizioni di esercizio, conseguentemente è in grado di anticipare le situazioni di emergenza, attenuandone, per quanto possibile, gli effetti. Allo stato attuale Sidra è impegnata a controllare la qualità dei reflui che arrivano all’impianto di depurazione. In proposito si rileva che le fluttuazioni di concentrazioni inquinanti provenienti dagli scarichi urbani sono prevedibili e tranquillamente assorbite dall’impianto di depurazione, mentre l’arrivo all’impianto di uno scarico improvviso, anche in quantità trascurabile ma con concentrazioni di inquinanti molto più elevate, determina un abbattimento solo parziale di quegli inquinanti con il rischio di superamento dei limiti di accettabilità dello scarico dell’impianto. Per tale ragione Sidra ha avviato un monitoraggio dei reflui che arrivano al depuratore, al fine di prevenire e combattere, per quanto possibile, comportamenti illegali che potrebbero condizionare anche l’efficacia del depuratore. Inoltre Sidra ha interrotto già da diversi mesi il trattamento delle acque di lavaggio dei cassonetti e delle autobotti, ed ha avviato una rigorosa verifica di tutte le autorizzazioni allo scarico in fognatura e delle loro modalità di controllo di qualità, nonché la limitazione e il controllo di qualità del conferimento di reflui urbani con autobotte, compatibilmente con la capacità depurativa dell’impianto. Tutto ciò per non affaticare inutilmente, con sovraccarichi che non dovrebbe legittimamente ricevere, un depuratore ormai “vecchietto e con qualche acciacco di troppo”, con i suoi oltre 30 anni di egregia attività sulle spalle”.
L’infrazione comunitaria. “L’infrazione comunitaria sarà superata quando l’intero carico inquinante generato nell’agglomerato di potrà confluire all’impianto di depurazione funzionante. In proposito il Comune di Catania è impegnato a monitorare l’andamento delle attività finalizzate ad accelerare il processo di allaccio delle utenze all’impianto di depurazione. Purtroppo allo stato attuale si registrano preoccupanti ritardi nel cronoprogramma predisposto dal Comune di Catania per superare l’infrazione comunitaria, che sono determinati dagli apparati regionali non soltanto per la mancata emissione del decreto di finanziamento del progetto CIPE 60/2012, ma anche per la mancata attuazione delle previsioni delibera regionale 152/2012, per la parte che finanziava il completamento della rete fognaria del quartiere San Giorgio, nonché riguardo all’esecuzione dei lavori di straordinaria manutenzione del vecchio allacciante, interrotti a lavori quasi ultimati, sembrerebbe a causa del mancato pagamento dei lavori eseguiti all’impresa esecutrice, impedendo l’utilizzo di quasi tutta la direttrice principale che porta i reflui al depuratore di Pantano d’Arci. Tutte queste circostanze ritardano l’allaccio in fognatura di migliaia di utenze, che Sidra avrebbe potuto già allacciare grazie al ruolo di gestore in house affidatogli dal Comune di Catania.
Il Comune di Catania, nella qualità di soggetto attuatore, ha adempiuto ai propri impegni con puntualità, segnalando tempestivamente che le risorse assegnate non erano sufficienti, proponendo soluzioni in grado di risolvere il problema senza ulteriori perdite di tempo, predisponendo il progetto ed ottenendone la cantierabilità. Allo stato attuale, il Comune di Catania è pronto a pubblicare il bando già approvato dall’UREGA ed i ritardi e le conseguenze negative che derivano dalla mancata pubblicazione del bando sono quindi estranei al Comune di Catania che non ha responsabilità rispetto all’infrazione comunitaria.
Inoltre il Comune di Catania ha più volte sollecitato l’Assessorato Regionale Energia e invitato il tavolo dei sottoscrittori dell’Accordo di programma Quadro ad esprimersi e, qualora la nuova norma sugli appalti venisse recepita in Sicilia, è pronto ad adeguare in brevissimo tempo il progetto.