Tra cucine componibili, peluche di ogni genere, mobili per tutta la casa e le immancabili polpettine svedesi, Ikea ha annunciato la sua apertura a Catania, finora primo e unico punto vendite per la Sicilia. L’apertura ufficiale è prevista per il prossimo nove marzo, ma oggi i giornalisti hanno potuto visitare, subito dopo la conferenza stampa di rito, i 19mila metri quadrati dedicati all’esposizione e alla vendita di mobili.
I numeri del colosso svedese sono stati illustrati personalmente dall’amministratore delegato per l’Italia Lars Petersson che, in un perfetto italiano, ha tracciato la storia dell’azienda dal 1943, anno in cui il suo fondatore Ingvar Kamprad registrò a soli 17 anni il marchio, sino all’apertura etnea che si aggiunge ai 328 negozi presenti in 38 diversi paesi. “Il punto di forza di Ikea – ha spiegato l’ad Petersson – è il prezzo e la qualità, ciò ha portato a concepire l’idea di un ‘design democratico’, che scaturisce da una cura particolare per la funzione e appunto il design, mantenendo i costi bassi”.
L’Ikea, che a Catania si trova nella zona industriale nord, in contrada Buttaceto, ha una superficie complessiva di 30mila metri quadrati, un ristorante con 465 posti a sedere e un parcheggio con 2500 posti auto. Proprio quest’ultimo è un fiore all’occhiello dell’azienda perchè, come sottolinea la store manager Franca Quaglia, “è ricoperto, sulle pensiline che proteggono le auto, da pannelli solari che producono energia elettrica, ed è il primo negozio al mondo ad averli”. Il colosso svedese già da tempo fa discutere la politica ed è stato al centro di un piccolo caso diplomatico con il presidente della Regione Raffaele Lombardo. Pare che il direttore generale dell’Ikea abbia atteso invano in anticamera a Palermo il presidente per oltre un’ora, per poi essere ricevuto dal suo capo di gabinetto, mentre invece Lombardo si trovava a Todi per un impegno politico.
L’acredine tra Lombardo e gli svedesi deriva dal caso dei lavoratori della Cesame, storica azienda di sanitari catanese che, dopo il suo fallimento, ha lasciato dal 2005 oltre 70 lavoratori in cassa integrazione. Ai tempi venne stipulata un’intesa tra prefettura, Provincia (allora guidata proprio da Lombardo) e Comune (con Scapagnini sindaco) per il ricollocamento dei lavoratori nelle aziende degli enti pubblici e nella nuova azienda che avrebbe rilevato l’area dove sorgeva la Cesame. L’Ikea formalmente non ha firmato alcun accordo pur conoscendo la situazione e per la mancata assunzione degli operai è scattata l’ira del presidente il quale ha dichiarato che “i vertici del gruppo Ikea conservano l’atteggiamento tipico dei gruppi stranieri che vengono in Sicilia per farsi i loro porci comodi”. Anche i sindacati hanno imputato agli svedesi scarsa sensibilità per il territorio.
“Abbiamo incontrato il sindaco e il prefetto – spiega la responsabile del negozio etneo Franca Quaglia – ma non c’era nessun obbligo di assunzione dei lavoratori ex Cesame che a noi risultano essere 64. Potevamo anche assumerne zero, ma li abbiamo inseriti nel processo di selezione e alla fine 10 persone lavoreranno con noi, 4 nell’indotto e il resto nel negozio”. Alla domanda di LiveSicilia sui rapporti tra l’Ikea e il presidente Lombardo cala per un minuto un silenzio imbarazzato. Solo dopo qualche istante risponde diplomaticamente l’addetto alla comunicazione Valerio Di Bussolo: “Abbiamo invitato il presidente all’inaugurazione e speriamo che venga, l’ambasciatore svedese sarà contento di conoscerlo”.
Quindi appuntamento al nove marzo per vedere se sarà sancita la pax siculo-svedese. Magari l’Ikea regalerà al presidente uno dei gadget che è diventato il simbolo del negozio catanese: un elefantino che tiene nella proboscide le bandiere della Svezia e del Comune etneo.