Scandalo Saguto, un altro imputato rischia l'arresto per corruzione

Scandalo Saguto, un altro imputato rischia l’arresto per corruzione

Silvana Saguto
Scontro fra accusa e difesa

PALERMO – L’incidente di esecuzione è duplice. Uno lo ha presentato la difesa affinché venga dichiarato illegittimo l’arresto di Silvana Saguto, del marito Lorenzo Caramma e dell’avvocato Gaetano Cappellano Seminara. L’altro è stato proposto dalla Procura generale di Caltanissetta per chiedere che venga messa in esecuzione la sentenza nei confronti di Roberto Nicola Santangelo. Anche lui, dunque, rischia l’arresto per lo scandalo nella gestione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo.

Gli avvocati Ninni Reina e Sarah Bartolozzi, Antonio Sottosanti e Sergio Monaco rispettivamente per l’ex magistrato, il marito e l’amministratore giudiziario hanno già discusso e la Corte si è riservata per la decisione. L’udienza per Provenzano, difeso dall’avvocato Lillo Fiorello, è fissato per il 16 novembre.

Chi rischia l’arresto

Sempre oggi è stato discusso l’incidente di esecuzione per Santangelo. La Corte di Appello di Caltanissetta lo aveva condannato a 4 anni e due mesi. I supremi giudici hanno annullato con rinvio il verdetto per rideterminare la pena. Ed ecco lo scontro fra accusa e difesa. Per la Procura generale nissena la Corte di appello, investita della decisione con l’incidente di esecuzione, potrebbe calcolare la pena ed eseguire l’arresto visto che la condanna per corruzione è divenuta irrevocabile.

La difesa

Di avviso opposto l’avvocato Franco Lo Sciuto che considera la richiesta “abnorme” Si svuoterebbe il ruolo dei giudici di appello chiamati dalla suprema corte a rideterminare la pena: “L’irrevocabilità riguarda la responsabilità e non il trattamento sanzionatorio”, ha spiegato il legale in aula.

Analoga posizione hanno ribadito i legali di Saguto, Caramma e Cappellano Seminara: ritengono sia stato illegittimo l’arresto dopo il verdetto della Cassazione. Bisognava attendere il nuovo processo ed invece la Procura generale ha calcolato le pene: 7 anni, 10 mesi e 15 giorni Saguto; 6 anni e un mese Caramma; se anni e sette mesi Cappellano Seminara.


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