Silvestri, sì agli ultimatum a Roma - Live Sicilia

Silvestri, sì agli ultimatum a Roma

Il presidente emerito della Corte Costituzionale sulla modifica dell'articolo 43 dello Statuto.

Se non proprio ultimatum, termine perentorio a Roma sulle proposte di legge siciliane che diano attuazione allo Statuto: secondo la Commissione Statuto dell’Ars e la firmataria del “Progetto di legge costituzionale recante la modifica dell’art. 43 dello Statuto in materia di nomina dei componenti della Commissione paritetica e di procedimento di adozione delle norme di attuazione” Elvira Amata, va cambiata e resa finalmente efficace, quella valvola di regolazione dei rapporti Roma-Sicilia che c’è nello Statuto, l’articolo 43 arrugginito dalla nascita. Va cambiata e dovrà dettare i tempi al governo nazionale, dandogli 120 perentori giorni per pronunciarsi sulla ammissibilità, viatico al voto parlamentare, delle proposte di legge in materia statutaria, sui settori cruciali regolati dallo stesso Statuto (dalle norme finanziarie ai tributi, ai trasporti e a tutto ciò che la Carta siciliana investe con caratteri di generalità) che da Palermo arrivano a Roma attraverso la Commissione paritetica Stato-Regione. Gaetano Silvestri, nato a Patti, presidente emerito della Corte Costituzionale – l’ha presieduta fra il 2013 e il 2014, audito nella Commissione presieduta dalla stessa capogruppo di FdI Amata, spiega a Livesicilia il senso della trasformazione della fondamentale norma che la commissione sta elaborando: “L’articolo 43, che prevede l’istituzione della Commissione paritetica è, come le altre statutarie, norma generale. Il nodo è che attualmente non esiste un obbligo formale dell’esecutivo nazionale a dar seguito alle proposte, con l’effetto di far cadere la maggior parte delle proposte nel dimenticatoio”.

L’articolo 43, breve e fondamentale. Quale la sua ratio e la sua funzione in prospettiva?

“In uno Statuto d’impostazione fortemente federalista come quello siciliano, denso di rapporti orizzontali e verticali con lo Stato, la norma delinea in modo generale queste relazioni; tanto generale da formulare spesso vaghe petizioni di principio che hanno bisogno di precise norme attuative. La Commissione paritetica, cosiddetta poiché composta in egual numero di componenti nominati da Stato e Regione, ha il compito di proporre le norme a Roma”.

Un tragitto periglioso, dato che di molte si perdono le tracce. Lettera morta.

“Le proposte sono ricevute dal Consiglio dei ministri ed eventualmente approvate per poi essere emanate dal Presidente della Repubblica”.

Un iter legislativo atipico: che rango hanno queste leggi?

“La Corte costituzionale le ha definite norme di rango inferiore soltanto a quello costituzionale in senso proprio. Uno status, per quanto ibrido, di altissimo rilievo”.

Non le pare indigesta tutta questa discrezionalità concessa al governo?

“Le potrei enumerare casi a decine, di proposte elaborate anche all’unanimità dalla Commissione paritetica, rimaste nel libro dei sogni. A questo servirebbe il termine perentorio di 120 giorni che sarebbe dato al governo nel caso la legge oggi all’esame della Commissione Statuto dovesse essere approvata. Una soluzione che mi trova completamente d’accordo: il governo non potrebbe più lasciar cadere alcunché senza pronunciarsi espressamente, per il sì come per il no”.

Ma resta la discrezionalità dell’esecutivo, non trova?

“Se il governo è contrario, può rinviare in Commissione paritetica perché assuma modifiche, ovvero rifiutarsi di andare avanti. La riforma dell’articolo 43 lo costringerebbe a farlo entro 120 giorni, ed espressamente. Niente più silenzi”.

Rimane il fatto che le leggi che interessano alla Sicilia dipendono dal via libera di Palazzo Chigi.

“Il governo può rifiutarsi esclusivamente ove ritenga che le norme siano in contrasto con la Carta costituzionale o con lo stesso Statuto. A quel punto per la Regione c’è la strada del ricorso alla Corte costituzionale per conflitto di attribuzione, è lì che si decide la questione”.

Cos’altro contiene il progetto di riforma? E come arrivarci?  

“Disposizioni sulle procedure di nomina dei componenti la Commissione paritetica, per esempio. Qui ho suggerito, invece della prevista nomina dei due rappresentanti della Regione disgiunta fra Ars e Presidenza della Regione, due nomine entrambe di competenza dell’organo parlamentare. E con l’accorgimento di tutela delle minoranze del ‘voto limitato’, cioè la possibilità da parte dei parlamentari di votare solo uno dei nomi. L’iter legislativo è quello costituzionale, con una proposta di legge costituzionale, gergalmente chiamata legge voto, da parte dell’Ars, approvata per due volte da ambedue le Camere”. 


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